Libano: il patriarca maronita alla ricerca del dialogo con Hezbollah
Un incontro importante per il futuro del Libano quello svoltosi venerdì a Bkerke tra
il patriarca maronita, Beshara al-Rahi, e una delegazione di Hezbollah, guidata da
Sayyed Ibrahim Amin al-Sayyed, capo del consiglio politico del Partito di Dio. La
motivazione era formale, la presentazione delle felicitazioni per la nomina a cardinale
del patriarca, alle quali il neo-porporato ha risposto con un meno formale invito
alla cerimonia di Roma del 24 novembre. L'occasione - riporta l'agenzia AsiaNews -
è stata però sfruttata per uno scambio di opinioni su temi fondamentali, come la nuova
legge elettorale e, soprattutto, per la ricerca di un modo per uscire da una crisi
che da troppo tempo colpisce il Paese dei cedri. Il patriarca Rai si sta spendendosi
molto, con cautela, su tale fronte. L'incontro con gli sciiti fa infatti seguito a
quelli con l'opposizione, la rappresentanza del 14 marzo guidata da Fouad Siniora,
e con esponenti politici cristiani, come Michel Aoun. Questo nel tentativo di "aprire
una breccia nel muro contro muro" in atto tra le forze politiche. Una linea che di
fatto vede il patriarca schierato con il presidente Michel Sleiman. Da parte sua,
Sayyed ha definito il colloquio con il patriarca come "un'occasione per discutere
questioni che interessano i libanesi" e di un accordo sul "ricorso al dialogo per
la soluzione dei contrasti". Lo stesso Sayyed ha però negato che esista la possibilità
di dar vita a quel "governo neutrale" ipotizzato dal 14 marzo. Non in contrasto, sul
principio, appaiono le posizioni del patriarca e degli sciiti sulla nuova legge elettorale.
Il prossimo cardinale Rai vuole che essa sia "veramente rappresentativa di tutte le
componenti della società e che preservi la convivenza". Sayyed ha spiegato che il
sostegno di Hezbollah a una legge elettorale proporzionale "significa che respingiamo
quella del 1960" e che la nuova "deve garantire una reale rappresentatività e preservare
la collaborazione tra la popolazione e l'autorità politica". Resta da vedere quali
siano gli spazi concreti che queste affermazioni possono aprire. (R.P.)