Usa: i vescovi chiedono di "rafforzare e proteggere il matrimonio tra uomo e donna"
Il 6 novembre gli elettori del Maryland e del Mayne hanno detto “sì”, tramite referendum,
alle unioni tra persone dello steso sesso. Ancora incerti i risultati dell’analoga
consultazione nello Stato di Washington, mentre il Minnesota ha bocciato il referendum.
In risposta ai risultati referendari, mons. Salvatore Cordileone, arcivescovo di San
Francisco e presidente della Sottocommissione per la promozione e la difesa del matrimonio
della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, chiede “un rinnovato impegno per rafforzare
e proteggere la vita matrimoniale e familiare”. Il 6 novembre, scrive l’arcivescovo,
“è stata una giornata deludente per il matrimonio”, il cui significato “non può essere
ridefinito giacché è insito nella nostra stessa natura”. Indipendentemente da “decisioni
politiche, leggi o sentenze giudiziarie”, il matrimonio “è l‘unica istituzione che
unisce un uomo e una donna tra loro e agli eventuali figli nati dalla loro unione.
O è così, o non è niente”. Richiamando il diritto fondamentale di “ogni bambino di
essere allevato da sua madre e da suo padre insieme”, mons. Cordileone ribadisce la
necessità che il matrimonio sia rafforzato, difeso e non ridefinito”. Dal presule
- riporta l'agenzia Sir - l’invito a “pregare e a costruire una rinnovata cultura
del matrimonio e della famiglia”, fondamento “su cui poggia il futuro e la stabilità
della nostra società”. “The Hope of the Gospel in Difficult Economic Times” (La speranza
del Vangelo in tempi di difficoltà economiche) è il titolo del documento che i vescovi
Usa voteranno nel corso della loro assemblea generale autunnale a Baltimora (12 -
15 novembre). Il testo intende chiedere un’azione per superare la povertà, affermare
l’impegno dei cattolici in risposta alla crisi economica ed esprimere solidarietà
con chi cerca lavoro in tempi economicamente difficili, mettere le persone e le famiglie
al centro dell‘economia. “La nostra speranza - si legge nella bozza del testo - è
che questa lettera possa incoraggiare la preghiera e lo studio, la discussione e il
dibattito all‘interno delle nostre parrocchie e diocesi, in modo che insieme possiamo
trovare modi creativi e costruttivi per risolvere i problemi economici che abbiamo
di fronte”. “Le istituzioni economiche, i governi e le imprese, anche le più complesse
di loro, non sono entità incontrollabili e impersonali. Almeno non dovrebbe essere
così”, scrivono ancora i presuli, secondo i quali “è un errore, come insegna Benedetto
XVI, ritenere che le dinamiche economiche non debbano essere influenzate da criteri
di giudizio morale”. Dal documento l’invito ad “agire virtuosamente” e a mettere in
pratica “i principi di sussidiarietà e solidarietà che vanno sempre di pari passo”.
(R.P.)