Sisma in Guatemala: continuano le operazioni di soccorso
In Guatemala finora le vittime accertate sono 52, alcune decine i dispersi, 20 mila
gli sfollati, ingenti i danni materiali a case e infrastrutture. Mobilitata la macchina
degli aiuti. Il servizio di Francesca Ambrogetti:
La situazione
è sotto controllo e abbiamo sospeso l’allarme rosso ma la ricostruzione sarà lunga
e difficile. Lo ha detto, dopo la sua seconda visita alla zona del nord del Paese
colpita dal terremoto di mercoledi, il presidente del Guatemala Otto Perez Molina.
Oltre 50 le vittime, numerosi i dispersi, 200 i feriti e migliaia gli evacuati. Ingenti
i danni provocati dal sisma, il piu grave degli ultimi 35 anni. Alle operazioni di
soccorso, proseguite ieri fino a tarda notte partecipano 2500 militari. Il messaggio
di cordoglio del Papa Benedetto XVI è stato letto in tutte le chiese e il segretario
generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha fatto sapere che le Nazioni Unite sono pronte a fornire
la necessaria assistenza umanitaria. Immediata l’offerta di aiuti da parte dei Paesi
più vicini, in particolare il Messico, ma anche la Spagna e altre nazioni latinoamericane
si sono fatte avanti per offrire la propria collaborazione nell’emergenza. Il Guatemala
è uno dei Paesi piu poveri dell’America Centrale. L’economia basata sull’agricoltura
e il turismo e fragile, la corruzione endemica e i trafficanti di stupefacenti stanno
prendendo sempre piu spazio. Da molti definito un narcostato, il Guatemala con i
vicini El Salvador e Honduras è la zona attraverso la quale circola quotidianamente
la droga destinata agli Stati Uniti. Con un enorme giro d’affari e una dilagante violenza.
Vicinanza
è stata espressa ieri dalla Caritas italiana a quella Guatemalteca. FrancescaSabatinelli ha raggiunto telefonicamente il presidente di quest’ultima, mons.
RosolinoBianchetti:
R. - Ci
sono molte case distrutte. Bisogna pensare che qui le abitazioni della povera gente
sono molto fragili e con molti danni.
D. – Mons. Bianchetti, esattamente di
cosa c’è bisogno adesso? Come sta intervenendo la Caritas?
R. - Grazie a Dio,
e alle Caritas diocesane, già da alcuni mesi abbiamo stabilito una bella rete, proprio
perché sappiamo che le emergenze qui sono frequenti. Ora stiamo cercando di stabilire
i contatti per rispondere il più possibile a quello che ci chiedono le Caritas locali,
soprattutto quella di San Marcos. Cosa chiedono? In questo momento si sta ancora studiando
un piano di interventi. Intanto noi, qui in Guatemala, abbiamo lanciato una campagna
per stimolare la solidarietà delle chiese locali e anche della popolazione in generale.
D.
- Sappiamo che il Guatemala è un Paese estremamente povero. Chiederete anche aiuti
esterni?
R. - Io credo che l’aiuto dall’esterno sarà necessario. Per ora riusciamo
a rispondere alle emergenze del momento. E dove non arriva il governo, la Chiesa è
sempre come il buon samaritano: cerca di esserci. Però la parte più difficile arriverà
dopo, soprattutto per le persone più povere, e noi come Chiesa vogliamo essere la
loro voce.
D. - Il Papa ha lanciato un appello per la solidarietà con il Guatemala.
Una richiesta importante per voi…
R. - Esattamente. Siamo molto grati al Santo
Padre perché conosciamo la sua sensibilità e sappiamo che conosce molto bene il Paese.
Siamo molto riconoscenti, sappiamo che la Chiesa universale ci è molto vicina, e questo
ci da molta forza e ci consola molto.
D. - Il governo del Guatemala è già intervenuto?
R.
- Si sono mossi. Speriamo si continui, perché all’inizio tutti si muovono e sembra
che tutto sia in ordine, poi però si fa un po’ fatica. Quindi noi, come Caritas, dobbiamo
essere molto attenti perché la gente molte volte è lasciata da sola.