Usa: Obama riparte dalla crisi economica. Messaggio del card. Dolan
Dopo il successo elettorale, Barack Obama è rientrato a Washington e si appresta ad
avviare i contatti con i leader repubblicani per un’agenda bipartisan. Un accordo
che sarà necessario visto che il Congresso uscito dal voto è ancora spaccato. Al rieletto
presidente, mercoledì, anche il messaggio di congratulazioni dal cardinale arcivescovo
di New York, Timothy Dolan, presidente dei vescovi cattolici statunitensi. Il servizio
di Cecilia Seppia:
Dopo la vittoria
più ampia del previsto, sia nel Collegio elettorale che nel voto popolare dove ha
conquistato oltre 2 milioni e mezzo di preferenze rispetto a Romney, Barack Obama,
è ora alle prese con una serie di importanti sfide: innanzitutto l’esigenza di superare
le divisioni interne con un Senato in mano ai Democratici e una Camera a maggioranza
repubblicana. Un’urgenza avvertita da entrambi gli schieramenti e che trova conferma
nei toni concilianti del presidente della Camera, il repubblicano Bohener, sino a
ieri capofila di una linea ostruzionista. In cima alla sua agenda lavoro, immigrazione
e ovviamente il cosiddetto “fiscal cliff”, il precipizio fiscale. Entro il
31 dicembre, Repubblicani e Democratici dovranno trovare l'accordo su tagli fiscali
e spesa pubblica. Il rischio di un mancato compromesso porterebbe il Paese dritto
verso una crisi senza precedenti. Obama lo sa, e spinge sullo slogan della sua campagna
elettorale “Forward”, "avanti" tutti assieme.
Altro nodo la formazione del
nuovo governo e le due poltrone chiave del Tesoro e quella di segretario di Stato,
con la possibile candidatura di Susan Rice, attuale ambasciatore Usa all’Onu. E mentre
giungono le congratulazioni dai capi di Stato e governo, arrivano anche i primi avvertimenti
delle agenzie di rating con la minaccia del declassamento degli Usa e i mercati, che
dopo una prima impennata non mantengono l’entusiasmo. Si congratula con Obama anche
il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, presidente dei vescovi cattolici
degli Stati Uniti a nome dell’episcopato del Paese. Il porporato, rilevando le grandi
responsabilità che gravano sul presidente americano, gli assicura preghiere perché
Dio gli doni “la forza e la saggezza per affrontare le difficili sfide che attendono
l’America”: il perseguimento del "bene comune, specialmente in favore dei più vulnerabili,
tra cui i non nati, i poveri, gli immigrati". “Noi continueremo – ha affermato il
porporato - a difendere la vita, il matrimonio e la nostra libertà più importante
e cara, quella religiosa. Preghiamo anche – conclude il cardinale Dolan - perché lei
aiuti a ripristinare un senso di civiltà per l’ordine pubblico in modo che le nostre
pubbliche conversazioni possano essere permeate da rispetto e carità verso tutti”.
Sul
messaggio che il cardinale Dolan ha inviato al presidente Usa, Obama, ascoltiamo il
commento di suor Mary Ann Walsh, portavoce della Conferenza episcopale degli
Stati Uniti, al microfono di Christofer Altieri:
R. – The cardinal was
very quick to get out a response showing congratulations … Il cardinale è stato
rapido nell'inviare le sue congratulazioni al presidente Obama, offrendogli le preghiere
della Conferenza dei vescovi e dei cattolici, affinché abbia la forza e la saggezza
necessarie per affrontare le sfide che l’America si trova di fronte. Ha anche evidenziato
l’esigenza che egli possa perseguire il bene comune, in particolare nella cura di
coloro tra di noi che sono più vulnerabili, e tra questi i bambini non nati, i poveri
e gli immigrati. Il cardinale Dolan ha ribadito con forza la nostra posizione in difesa
della vita, l'affermazione del matrimonio come unione tra un uomo e una donna e, ovviamente,
la nostra libertà religiosa. Speriamo che egli riesca a restituire un senso di civiltà
al confronto pubblico, affinché i dibattiti pubblici possano essere improntati al
rispetto e alla benevolenza nei riguardi di tutti.
D. – Ora che nel dopo-elezioni
le “temperature” della politica tornano a scendere, lei pensa che ci sia una speranza
concreta per ripristinare un vero dialogo nazionale?
R. – I do believe so.
I believe that, you know, Americans are people of good will. … Sì, ne sono convinta.
Io credo che gli americani siano gente di buona volontà. A noi preme che il Paese
progredisca, ci preme ottenere la meta di una vita decorosa per tutti. Le manovre
politiche ormai sono alle nostre spalle. Se questo Paese vuole vivere in pace e progredire,
le persone devono unirsi. E io credo che l’abbiano capito.