Nigeria. Il cardinale Filoni apre il Simposio sull’Evangelizzazione a Owerri
“Gesù Cristo è il soggetto primo ed ultimo di tutta l'evangelizzazione, sia l'evangelizzazione
come Missio ad gentes che della Nuova Evangelizzazione. La Chiesa, come Corpo di Cristo,
ha ricevuto questo mandato dal Signore stesso: andate, battezzate, portate la salvezza.
La Chiesa è un corpo vivo e ha bisogno dei due solidi pilastri della Missio ad gentes
e della Nuova Evangelizzazione per continuare ad adempiere a questo mandato”. Così
– riferisce l’Agenzia Fides - si è espresso il cardinale Fernando Filoni, prefetto
della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, citando l’omelia di Benedetto
XVI all’apertura dell’Anno della Fede, nel suo discorso al Simposio sull’Evangelizzazione,
che si è tenuto ieri ad Owerri (Nigeria), a conclusione del Centenario dell’evangelizzazione
di questa Provincia ecclesiastica. “Il Concilio Vaticano II è stato decisivo per quanto
riguarda lo sviluppo delle cosiddette Chiese indigene – ha ricordato il cardinale
- In effetti, l'attenzione che il Concilio ha dato a queste Chiese ha fatto sì che
esse non fossero solo considerate come ‘luoghi’ in cui potesse essere esercitato il
servizio missionario ma, soprattutto, venissero considerate esse stesse protagoniste
nel lavoro missionario”. Il porporato ha quindi attinto dall’ampio Magistero ecclesiale
post conciliare per richiamare i principi fondamentali della Missio ad gentes, che
“non è nata per iniziativa umana. E' il risultato dell’ispirazione divina… Evangelizzare
e condividere con gli altri la gioia del Vangelo e la convinzione che Gesù è risorto,
ha vinto la morte e si è assiso alla destra del Padre, è un atto d'amore. Il cristiano
non può dare agli altri qualcosa che lui non ha. Può solo dare Gesù se ha già lo ha
incontrato e si è lasciato riempire dal suo amore. Questo intimo incontro di amore
con il Signore spinge il credente a proclamare, con le sue parole e con l'esempio
della sua vita, la bellezza e la bontà di Dio”. L’importanza fondamentale dell’evangelizzazione
è stata ribadita dal recente Sinodo dei Vescovi, in continuità con il Sinodo sull’evangelizzazione
nel mondo contemporaneo del 1974, ha ricordato ancora il Prefetto del Dicastero Missionario.
Del resto l’evangelizzazione è stata anche una delle priorità del Pontificato del
beato Giovanni Paolo II, che ha coniato l’espressione “Nuova Evangelizzazione”. “Gesù,
inviato dal Padre, manda anche noi come suoi discepoli – ha proseguito il cardinale
Filoni - . Il campo della nostra missione non è racchiuso nelle nostre Chiese, ma
deve essere presente nelle piazze e nelle strade, nei luoghi dove gli uomini e le
donne si incontrano, vivono, lavorano, soffrono e si divertono. Non possiamo accontentarci
di aspettare fino al loro arrivo. E' necessario per noi uscire per andare a incontrare
gli uomini e le donne, per annunciare loro il Vangelo con fantasia e creatività evangelica,
anche se ciò non sarà privo di difficoltà”. L’evangelizzazione non è opzionale per
il cristiano, ma riguarda tutti, non si può essere cristiani senza evangelizzare,
perché chi ha incontrato e fatto esperienza del Signore risorto non può tenerla per
sé, ma sente l’urgenza di comunicarla agli altri. “La Nuova Evangelizzazione parla
di un'esperienza intensa, coinvolge l’intera persona – ha sottolineato il Prefetto
-. Se uno è appassionato, allora l'evangelizzazione sarà effettuata con creatività
e fantasia, con totale dedizione e generosità”. Nella parte conclusiva del suo discorso,
il cardinale Filoni si è soffermato sul dialogo come parte integrante dell’evangelizzazione:
“Nell’attuale momento di fratture e sofferenze, questo processo essenziale di dialogo
che proviene dalla nostra fede, ci rende capaci come credenti in Gesù, di vedere la
dolcezza di Dio negli altri, di affermare questa bontà con gioia e, in una comunione
profonda nata dalla compassione, di lavorare per la riconciliazione, la giustizia
e la pace”. (S.C.)