Il dolore del Papa per le vittime del terremoto in Guatemala, oltre 50 i morti
E’ salito a oltre 50 il numero delle vittime del terremoto di magnitudo 7.4 Richter
che mercoledì scorso ha colpito il Guatemala settentrionale e nordoccidentale. Oltre
venti i dispersi. Ieri, il Papa ha inviato un messaggio di cordoglio. Il servizio
di FrancescaSabatinelli:
E’ il sisma
più violento registrato in Guatemala dal 1976, quando a morire furono oltre 20 mila
persone. Ha devastato la costa sul Pacifico, la città di San Marcos è la più colpita
dove sono morte oltre quaranta persone e dove le infrastrutture sono state fortemente
danneggiate. Circa 17mila gli sfollati. Ci sono zone in cui ancora mancano elettricità
e acqua potabile, le comunicazioni sono molto difficili. Lo ha detto il presidente
Perez Molina, aggiungendo che oltre duemila soldati sono impegnati nei soccorsi. Settanta
le scosse di assestamento nelle prime 24 ore, alcune hanno raggiunto magnitudo 4.9.
Benedetto XVI ha inviato un telegramma al presidente della Conferenza episcopale guatemalteca,
mons. Valenzuela Nunez, esprimendo il suo cordoglio e invitando alla solidarietà verso
tutti coloro che sono stati colpiti dal sisma. Vicinanza è stata espressa anche dalla
Caritas italiana a quella Guatemalteca. Abbiamo raggiunto telefonicamente il presidente
di quest’ultima, mons.RosolinoBianchetti:
R. - Ci sono
molte case distrutte. Bisogna pensare che qui le abitazioni della povera gente sono
molto fragili e con molti danni.
D. – Mons. Bianchetti, esattamente di cosa
c’è bisogno adesso? Come sta intervenendo la Caritas?
R. - Grazie a Dio, e
alle Caritas diocesane, già da alcuni mesi abbiamo stabilito una bella rete, proprio
perché sappiamo che le emergenze qui sono frequenti. Ora, stiamo cercando di stabilire
i contatti per rispondere il più possibile a quello che ci chiedono le Caritas locali,
soprattutto quella di San Marcos. Cosa chiedono? In questo momento, si sta ancora
studiando un piano di interventi. Intanto noi, qui in Guatemala, abbiamo lanciato
una campagna per stimolare la solidarietà delle chiese locali e anche della popolazione
in generale.
D. - Sappiamo che il Guatemala è un Paese estremamente povero.
Chiederete anche aiuti esterni?
R. - Io credo che l’aiuto dall’esterno sarà
necessario. Per ora, riusciamo a rispondere alle emergenze del momento. E dove non
arriva il governo, la Chiesa è sempre come il buon samaritano: cerca di esserci. Però,
la parte più difficile arriverà dopo, soprattutto per le persone più povere, e noi
come Chiesa vogliamo essere la loro voce.
D. - Il Papa ha lanciato un appello
per la solidarietà con il Guatemala. Una richiesta importante per voi…
R. -
Esattamente. Siamo molto grati al Santo Padre perché conosciamo la sua sensibilità
e sappiamo che conosce molto bene il Paese. Siamo molto riconoscenti, siamo consapevoli
che la Chiesa universale ci è molto vicina e questo ci da molta forza e ci consola
molto.
D. - Il governo del Guatemala è già intervenuto?
R. - Si sono
mossi. Speriamo si continui, perché all’inizio tutti si muovono e sembra che tutto
sia in ordine, poi però si fa un po’ fatica. Quindi noi, come Caritas, dobbiamo essere
molto attenti perché la gente molte volte è lasciata da sola.