2012-11-08 15:41:34

Convegno su informazione e lotta alla pedofilia. Intevista con don Fortunato Di Noto


"TutelAmi”: questo il titolo del Convegno nazionale sull’infanzia promosso dall’Associazione Meter onlus che si è concluso ieri a Noto, in Sicilia. L’incontro ha posto particolare attenzione al tema informazione e minori e al reato di pedofilia e, dunque, rispettivamente alla Carta di Treviso e alla Convenzione di Lanzarote. Fabio Colagrande ha intervistato don Fortunato Di Noto, presidente dell’Associazione impegnata nella lotta alla pedofilia. RealAudioMP3

R. – I minori sempre ci chiedono di essere tutelati. Non a caso, il titolo del convegno è “TutelAmi”, su due fronti. Il primo è quello dell’informazione. Non a caso, questo convegno nazionale l’abbiamo realizzato insieme all’Ordine nazionale dei giornalisti in Italia. Dall’altra parte, era necessario puntualizzare come i mass media, i giornalisti debbano occuparsi come una specie di servizio, di missione, di ministero, in particolare delle fasce più deboli, in particolare delle fasce vulnerabili e dei piccoli, con competenza e con responsabilità. Questa è la dimostrazione di come la Chiesa sta scendendo in campo: non soltanto per eventuali, possibili scandali che si sono succeduti o si succedono nella nostra realtà ecclesiale; ma la Chiesa ha visto un fronte nuovo, un fronte nuovo di servizio alla carità: quello di stare dalla parte dei bambini, delle vittime e soprattutto elaborare percorsi sostenuti affinché questi atti aberranti che avvengono nei confronti dei piccoli non accadano mai più.

D. – In questi ultimi 20 anni, la Carta di Treviso firmata nel ’90 proprio per disciplinare i rapporti tra infanzia e informazione, è stata tenuta presente dai professionisti dell’informazione?

R. – Certamente non tutti l’hanno adottata. Si è più tentati – e l’abbiamo detto in maniera forte – dalla notizia spettacolarizzata, alla lesione totale dei diritti fondamentali alla privacy non soltanto del bambino ma anche di tutto l’entourage che vive intorno al bambino: dalla famiglia, ai genitori, alla scuola, ai compagni, agli amici. Gli ultimi fatti accaduti in Italia dimostrano come non ci sia quella accortezza necessaria per la tutela dei bambini. La Carta di Treviso è una pietra miliare, ma sicuramente le violazioni sono molte di più di quelle che l’Ordine dei giornalisti ha sanzionato in qualche caso ritenuto non adeguato nel rispetto dei bambini. Non dimentichiamo che forse la Carta di Treviso dovrebbe essere rivista ancora una volta, specificatamente per quanto riguarda il mondo di internet. Abbiamo una informazione che ormai è diventata una specie di blogosfera; non sappiamo se l’informazione corrisponde alla verità della parola e non soltanto della parola, ma dei fatti!

D. – La recente ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Lanzarote è anche un’occasione per richiamare il contrasto a reati come l’istigazione a pratiche di pedofilia e pedopornografia, l’adescamento di minori … Cosa dice il vostro convegno su questi temi?

R. – Il nostro convegno ha cercato e sta cercando innanzitutto di far conoscere l’importanza della Convenzione di Lanzarote che, ancora una volta, è un fiore all’occhiello dell’ordinamento giuridico italiano: per la prima volta, la parola pedofilia entra in un contesto di ordinamento giuridico e questo è fondamentale, importante. Ma pedofilia intesa soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta istigazione, cioè avallare quelle pratiche o quelle idee che normalizzano le pratiche nei confronti dei bambini per quanto riguarda gli abusi sessuali, anche comportamenti disdicevoli che ledono la loro dignità. Certamente questo è un punto importantissimo. E’ stata una battaglia ventennale di Meter – non dimentichiamolo – ottenere il riconoscimento che la pedofilia è un fenomeno trasversale. Basti pensare che, negli ultimi dieci anni di Meter, abbiamo segnalato 90 mila siti pedo-pornografici in tutto il mondo su 800 mila monitorati: quindi, un lavoro enorme, veramente. Poi abbiamo contato più di 100 mila volti di bambini coinvolti, e questo veramente dice come il fenomeno sia molto drammatico: bambini dalla tenerissima età fino anche ai 12 anni. Oltre a questo, non dimentichiamo la pedofilia culturale: un’enormità di produzione di materiale pubblicitario per la rivendicazione di normalizzazione della pedofilia, dal boy-love-day, alle giornate dell’orgoglio pedofilo, a siti personali e comunitari, al punto che le lobby pedofile sono arrivate anche a farsi un’agenzia di stampa pedofila. Quindi, questa è la dimostrazione di come il fenomeno sia veramente esteso. Per questo si chiede una formazione, un’informazione, una prevenzione e – perché no? – una presa d’atto. Il crimine della pedofilia non è soltanto normato dalle leggi e dalla Convenzione di Lanzarote, ma dovrebbe essere dichiarato veramente un crimine contro l’umanità.

Ultimo aggiornamento: 10 novembre







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