Congresso mondiale dell’Apostolato del mare in Vaticano. I diritti violati di marittimi
e pescatori
“Nuova evangelizzazione nel mondo marittimo”: il tema del XXIII Congresso mondiale
dell'Apostolato del mare, che si terrà in Vaticano nell'Aula Nuova del Sinodo, dal
19 al 23 novembre prossimo. L’evento è stato presentato nella sala stampa della Santa
Sede, dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della
Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e da padre Gabriele Ferdinando Bentoglio,
sotto-segretario del dicastero. Il servizio di Roberta Gisotti:
Un’ancora intrecciata
con un salvagente e al centro il Sacro Cuore di Gesù: questo il logo dell’Apostolato
del mare, che ha le sue radici nella seconda metà dell’800, all’epoca delle grandi
migrazioni europee verso le Americhe e che oggi rinnova il suo mandato attraverso
110 centri Stella Maris, dove centinaia di di sacerdoti, religiosi, diaconi
e, soprattutto, laici volontari assicurano assistenza materiale e spirituale a marittimi
e pescatori di ogni nazionalità o religione, ha spiegato il cardinale Vegliò:
“Teniamo
conto che oggi si contano circa 1 milione e duecentomila marittimi, che trasportano
via mare il 90% delle merci che circolano sul pianeta, mentre si stima che nella
pesca, a livello industriale e artigianale, lavorino circa 36 milioni di persone”.
Senza dimenticare “le famiglie di questi lavoratori” che sperimentano “disagi”
e “vulnerabilità” legate ai rischi del mestiere e alla lontananza, anche per diversi
mesi. Da qui l’importanza di questo Congresso mondiale per affrontare – ha sottolineato
il porporato – gli aspetti più critici “che oggi minacciano la vita della gente di
mare.”
Alle innovazioni tecnologiche sulle navi – ha denunciato il presidente
del Pontificio Consiglio – “non sempre corrisponde un miglioramento delle condizioni
di vita e di lavoro dei marittimi”
“A ciò si aggiungono, in anni recenti,
l’abbandono delle navi, con i loro equipaggi, in porti stranieri senza cibo e senza
risorse, misure sempre più restrittive che impediscono ai marittimi di scendere a
terra, abusi e sfruttamento”.
Molte attese sono riposte – ha annunciato
il cardinale Vegliò - nella nuova Convenzione Onu sul lavoro marittimo, in vigore
dal prossimo agosto
“…si tratta di un importante strumento normativo per
la protezione degli standard sindacali della gente di mare e la tutela degli armatori
onesti dalla concorrenza sleale di chi specula al ribasso sui diritti umani”.
E
si spera che sarà presto operativa anche la Convenzione sul lavoro dei pescatori,
già siglata nel 2007, in attesa di essere ratificata da almeno 10 Stati, di cui 8
costieri
“Si tratta di una norma che vuole eliminare dall’industria della
pesca quei pescherecci che costringono i marittimi in condizioni lavorative inaccettabili
e lesive della dignità della persona umana”.
Tra i temi emergenti al Congresso
sarà anche la pirateria marittima, che porta un danno - ha documentato padre Bentivolgio
- ogni anno di 10-15 miliardi di collari, e soprattutto sono in aumento le violenze
sugli ostaggi, e l’allungamento della detenzione, in media di 180 giorni.
Un
Congresso - ha concluso il cardinale Vegliò - che arriva appena terminato il Sinodo
sulla Nuova Evangelizzazione e in apertura dell’Anno della Fede: “Una sfida per i
cappellani e i volontari dell’apostolato del mare” “per cercare risposte” ai problemi
della gente di mare.