Usa: voto referendario apre alle unioni gay. Via libera anche in Francia
Oltre a scegliere il presidente degli Stati Uniti, gli elettori americani di 37 Stati
si sono pronunciati ieri su alcuni quesiti referendari. La California ha bocciato
la proposta di sostituire la pena di morte con l’ergastolo, senza la possibilità di
libertà anticipata. Maryland e Mayne hanno detto "sì" alle unioni tra persone dello
stesso sesso: incerto l’esito per lo Stato di Washington, mentre il Minnesota ha bocciato
la consultazione. Negli Stati del Colorado e di Washington, è stata legalizzata la
marijuana per uso generale e anche il Massachusetts ha votato a favore della sua legalizzazione,
ma solo per coloro che la useranno a scopi terapeutici. In Europa, la Francia ha approvato
il disegno di legge che prevede i matrimoni tra persone dello stesso sesso e la possibilità
di adozione anche per le coppie omosessuali. All’inizio dell’anno, sarà il parlamento
a pronunciarsi in merito. Ieri, in Spagna la Corte Costituzionale, a 7 anni dalla
norma sulle unioni gay approvata dal governo Zapatero, ha bocciato il ricorso di incostituzionalità
presentato dal Partito popolare. Benedetta Capelli ha intervistato Alberto
Gambino, professore di Diritto privato e direttore del Dipartimento di Scienze
Umane presso l’Università Europea di Roma:
R. - Sono fatti
che segnalano una tendenza in base alla quale, da un punto di vista antropologico,
si possono configurare dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Questo in un’ottica
di dispiegamento della libertà individuale e non in un’ottica di valore oggettivo
della persona e della sua dignità. Quindi, la libertà individuale diventa la stella
polare di queste decisioni prese in qualche modo a colpo di popolo, perché nel caso
dei referendum americani è il popolo dei singoli Stati che si è pronunciato, mentre
nel caso della Spagna è stata la Consulta, che è l’organo di garanzia suprema. Si
stabilisce dunque il principio che anche con riferimento agli status - quindi alla
possibilità di celebrare matrimoni - si debba rispettare la libertà individuale e
non invece il dato oggettivo che ha un’origine plurimillenaria e che vede nel matrimonio
la cellula fondante della famiglia.
D. - Cosa sta cambiando, secondo lei, nell’opinione
pubblica e qual è il segnale che a questo punto si deve cogliere?
R. - Stanno
cambiando le modalità di raccogliere il consenso da parte dei leader politici su questi
temi. Trovo sbagliato che, accanto a delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti,
si voti anche per dei referendum che hanno una portata di sensibilità con temi oggettivamente
legati all’antropologia. Un conto è il dato tutto politico – l’elezione di chi deve
governare gli Stati Uniti – dall’altro quello dei referendum, strettamente legato
alle battaglie di tendenza. Ora, siccome il presidente Obama si era espresso a favore
delle nozze gay, non c’è dubbio che anche questo abbia inciso sull’esito di questi
referendum. Quindi, io più che cambiamento dell’opinione pubblica parlerei del rapporto
tra la costruzione del consenso intorno a questi temi e le leadership politiche. Sarebbe
più corretto che il popolo fosse chiamato a esprimersi su questi temi al di fuori
di un agone politico generale, con la riflessione che si deve per la delicatezza di
questi temi. Quindi, non all’interno di un contesto elettorale presidenziale che,
almeno a livello di trascinamento, può avere l’effetto di incidere anche sull’esito
di questi referendum.
D. - Un altro quesito referendario negli Stati Uniti
ha riguardato l’abolizione della pena di morte in California: quesito respinto. Respinta
anche la proposta in Florida di proibire l’uso di fondi pubblici per assicurazioni
sanitarie che comprendano l’aborto. Sul fronte della vita, cosa sta accadendo?
R.
- Intanto, bisogna entrare nella cultura nordamericana, perché questo non è di per
sé un elemento nuovo. Proprio in nome di questa libertà, si valuta in modo diverso
anche il valore della vita umana che, nel caso specifico, viene ritenuto secondario.
E allora, pure il tema della pena di morte, che per noi europei è comunque aberrante,
in quell’ordinamento significa la reazione della società a chi ha prevaricato la libertà
altrui attraverso dei reati efferati e quindi molto gravi, che a tal punto giustificherebbero
l’eliminazione dell’essere umano. Di per sé, questo non è molto lontano anche da questa
deriva nel campo “parafamiliare” delle nozze gay: anche qui non è neutrale il fatto
di riconoscere convivenze gay a livello di nozze. Da qui si richiama il tema dell’adozione
dei figli e la scelta di quale società vogliamo costruire per il futuro. Sono libertà
che ricevono da parte dello Stato e della collettività il rango di diritti soggettivi.
Tra l’altro, vorrei sottolineare che però sono ancora una minoranza gli Stati che
hanno approvato queste nozze gay.