2012-11-07 11:59:02

India: stuprate in Orissa due ragazze cristiane, una uccisa


Orrore e sdegno nella comunità cristiana dell’Orissa. Due ragazze cristiane di 13 anni sono state stuprate e una delle due è stata uccisa. Le due separate aggressioni di gruppo sono avvenute nel distretto di Kandhamal circa due settimane fa, ma solo ora ne è stata data notizia all’agenzia Fides. Gli episodi sono accaduti durante il festival di “Dussehara”, festività indù che celebra la vittoria del Dio Rama sul male. Secondo fonti e testimonianze locali, gli aggressori sono giovani induisti, forse legati a gruppi estremisti, che prendono di mira le ragazze cristiane perché più vulnerabili e indifese. Il distretto di Kandhamal è noto per i massacri anticristiani avvenuti nel 2008. Oggi, nota a Fides John Dayal, attivista cristiano e collaboratore della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale dell’India, “c’è panico nei villaggi cristiani, ma anche un senso di disgusto tra gli attivisti, soprattutto per l'atteggiamento poco collaborativo della polizia”. Dayal, che ha incontrato le famiglie delle due vittime, riferisce a Fides che la prima era una studentessa della classe VII del villaggio di Dadamaha. Era andata nel vicino villaggio di Simanbadi per assistere a un 'yatra' (performance teatrale). Nella notte fra il 25 e il 26 ottobre è stata aggredita da un gruppo di giovani che l’hanno stuprata. La ragazza ha tentato di dare l'allarme ma è stata legata a un albero e strangolata. Il suo corpo è stato trovato sul bordo della strada il giorno dopo. La seconda 13enne viveva con i suoi genitori a Bhubaneswar . Il 27 ottobre era andata a vedere i festeggiamenti del “Dussehara”, che attirano una grande folla. Sulla strada di casa, è stata rapita da sei uomini, condotta nel bosco e ripetutamente violentata. Svenuta, è stata abbandonata sul posto e ritrovata la mattina dopo. Nonostante le denunce circostanziate, “la polizia locale non si è mossa, anzi è stata scortese e ha ostacolato le famiglie” riferisce Dayal. La ragazza è stata condotta davanti alla Commissione statale per i diritti dell'infanzia, dove è stata interrogata, ma le è stato dato scarso credito. La vittima, tuttora in stato di shock, è stata sottoposta a un esame medico solo il 3 novembre, una settimana dopo la sua esperienza traumatica. Quello che colpisce, conclude Dayal “è il silenzio dei mass-media e delle autorità su tali gravi casi di violenza contro le minoranze indifese”. (R.P.)







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