2012-11-06 12:38:02

Terra Santa: suore e cristiani di Betlemme per la pace israelo-palestinese


Con un rosario davanti al muro della West Bank, le suore Francescane Elisabettiane del Caritas Baby Hospital di Betlemme promuovono la pace fra israeliani e palestinesi. "Questa è la nostra intifada pacifica", racconta suor Donatella Lessio, promotrice dell'iniziativa e responsabile del Quality Care Management e della formazione del personale ospedaliero del Caritas Baby Hospital, unica clinica pediatrica dei territori palestinesi. "A volte - continua la religiosa - i soldati hanno paura e ci puntano contro i mitra. Ma noi rispondiamo con la preghiera e ponendo i nostri rosari davanti alle loro armi". Iniziato nel 2005, agli albori della costruzione della barriera "difensiva", il gesto coinvolge ogni venerdì pomeriggio le religiose e decine di fedeli cristiani della Palestina, che attraverso la preghiera si oppongono alla rigidità dei militari israeliani e agli slogan di odio degli islamisti. Voluto da Ariel Sharon nel 2005 per difendere gli israeliani dagli attacchi terroristi - riporta l'agenzia AsiaNews - il muro isola dal mondo la popolazione palestinese costretta ogni giorno a code interminabili per recarsi sul posto di lavoro o per raggiungere parenti residenti nello Stato di Israele. I militari non solo bloccano l'ingresso di medicinali, aiuti umanitari e qualsiasi materiale utile alla sopravvivenza, ma impediscono a chi vive al di là della West Bank di conoscere la drammatica situazione dei territori. Nessun cittadino di Israele può varcare il muro. Chi entra lo fa a proprio e rischio e pericolo. Oltre a limitare gli spostamenti di persone e beni, il muro è un ostacolo soprattutto per gli ospedali della Palestina, che per gli scarsi finanziamenti sono costretti a trasferire i propri pazienti in strutture israeliane. Il Caritas Baby Hospital dista solo 200 metri dalla barriera e senza il muro le ambulanze impiegherebbero poche decine di minuti per raggiungere Gerusalemme. Tuttavia, per passare dall'altra parte è necessario un permesso speciale, che risente dei meccanismi tipici della burocrazia. Spesso ci vogliono ore di attesa anche per i trasferimenti urgenti. Tali tempistiche da frontiera hanno provocato più di una volta la morte di bambini e neonati in fin di vita. (R.P.)







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