Mons. Mamberti all'Interpol: alleanza cittadini-forze dell'ordine per sconfiggere
la criminalità
“Nell’alleanza e nella solidarietà tra cittadini e forze dell’ordine si realizza il
miglior bastione di resistenza alla criminalità”: è quanto ha affermato lunedì pomeriggio
mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, nel suo
intervento all'81.ma Assemblea generale dell'Interpol, aperta ieri a Roma alla presenza
di oltre mille delegati di 170 nazioni. Durante l’incontro sono state ricordate le
500mila persone uccise ogni anno nel mondo per atti di violenza. Un prezzo ''che non
possiamo permetterci'' – ha detto il segretario generale dell'Interpol, Ronald K.
Noble, ''occorre rafforzare la cooperazione internazionale tra le polizie di tutto
il mondo per prevenire e contrastare criminalità e terrorismo''.
Da parte sua
mons. Mamberti, ha sottolineato che “i primi anticorpi ad ogni forma di criminalità
sono proprio i cittadini di ogni Paese”. Il presule ha osservato che “nel corso degli
ultimi decenni il fenomeno criminale ha conosciuto un incremento sostanziale” e che
“le caratteristiche dell’azione criminale si sono evolute in modo preoccupante, essendosi
pericolosamente aggravate l’aggressività e l’efferatezza degli episodi. Inoltre, le
attività criminali si articolano ad un livello ormai planetario, con sistemi di coordinamento
e secondo patti criminali che superano i confini degli Stati. La globalizzazione è
arrivata dunque a plasmare anche questo ambito drammatico della vita umana”. Ha quindi
osservato che l’autorità pubblica “trae necessariamente la propria vitalità ed autorevolezza
da un costante riferimento ad un oggettivo ordine etico. Quando l’autorità perde il
credito e la fiducia dei cittadini, e si appoggia solo al formalismo giuridico, al
mero governo delle regole, senza uno sguardo di verità sull’uomo, questa autorità
diventa un gigante coi piedi d’argilla”.
E’ necessario poi promuovere lo stato
di diritto. Per realizzare questo obiettivo “occorre riunire, in un insieme armonico,
un certo numero di condizioni: precise norme costituzionali concernenti la separazione
dei poteri e le competenze dei diversi organi, la trasparenza degli atti di governo,
il controllo giurisdizionale esercitato da una magistratura indipendente, ma anche
l’esistenza di voci diverse capaci di esprimersi liberamente nello spazio pubblico”.
Mons. Mamberti ha precisato che “il valore trascendente della dignità umana, radicata
nella natura stessa dell’uomo e riconoscibile dalla retta ragione, offre allo stato
di diritto un fondamento di sicura stabilità, perché corrispondente alla verità dell’uomo
in quanto creato da Dio, e permette al tempo stesso che lo stato di diritto possa
perseguire il suo vero scopo, che è la promozione del bene comune. Se, in effetti,
manca questo riferimento fondamentale, si creano dei rischi di squilibrio: anche l’affermazione
dell’eguaglianza davanti alla legge può servire di alibi a evidenti discriminazioni
e, d’altra parte, un’affermazione eccessiva di uguaglianza può dar luogo a un individualismo
dove ciascuno rivendica i propri diritti, sottraendosi alla responsabilità del bene
comune”.
Quindi, “tra le azioni più efficaci per creare un contesto sociale
ordinato al bene comune figura la rimozione delle cause che originano ed alimentano
situazioni di ingiustizia. In questo ambito un ruolo primario e preventivo deve essere
riconosciuto all’educazione ispirata al rispetto della vita umana in ogni circostanza.
Senza di essa non è possibile infatti realizzare un tessuto sociale forte e coeso
nei valori fondamentali, capace di resistere alle provocazioni della violenza estrema”.
Il presule ha poi sottolineato che “il criminale, per quanto gravi possano essere
i reati commessi, resta sempre una persona umana, dotata di diritti e doveri”. Per
questo, “ogni restrizione della libertà individuale, pur se finalizzata alla prevenzione
o repressione dell’attività criminale, per essere legittima non dovrà mai divenire
lesiva della dignità personale o compromettere ingiustamente un effettivo esercizio
dei diritti umani”. “È solo operando in tali termini – ha concluso - che le autorità
di governo, le forze di polizia e tutte le istituzioni deputate alla sicurezza, riusciranno
a suscitare ed alimentare la fiducia e il rispetto dei cittadini, rinnovando il fondamento
dello stato di diritto e rendendo sempre più efficace la lotta alla criminalità”.
(S.C.)