2012-11-05 08:02:39

Usa: testa a testa Obama-Romney per la Casa Bianca


Conto alla rovescia per le presidenziali americane. Gli ultimi sondaggi danno il capo della Casa Bianca Obama avanti di qualche punto rispetto allo sfidante repubblicano Romney ma si profila un appassionante testa a testa. Obama avrebbe più grandi elettori rispetto a Romney, serve la maggioranza di 270 su 538 grandi elettori. Entrambi i candidati si stanno spendendo per convincere gli indecisi negli Stati in bilico. Il servizio di Elena Molinari: RealAudioMP3

Quarantamila a New York le persone ancora senza casa dopo il passaggio dell’uragano Sandy che solo negli Stati Uniti ha fatto 100 morti. Un evento che inevitabilmente ha condizionato la campagna per le presidenziali. Su quanto potrà accadere nelle ultime battute prima del voto, Alessandro Gisotti ha chiesto un commento all’americanista del “Sole 24ore” Christian Rocca, raggiunto telefonicamente a New York: RealAudioMP3

R. – In questo momento, l’arma principale dei candidati è quella della presenza nei comizi, degli incontri nelle contee chiave, quelle che decideranno l’elezione. Ovviamente, accanto a questo, c’è la pioggia di spot televisivi che, in queste ore, inondano le televisioni degli americani che vivono in Ohio, in Florida, in Colorado… In questo momento è dunque importante vedere dove vanno i candidati, quali sono gli Stati, perché da qui si capisce se sono in difficoltà in alcuni Stati o se vogliono addirittura “invadere” il campo considerato dell’avversario.

D. – Quale il punto più forte di Obama e il punto più forte di Romney?

R. – Il punto più forte di Obama è quello sintetizzato dallo slogan che si è sentito più volte dai suoi, quello secondo cui Osama Bin Laden è stato ucciso e la General Motors, l’industria automobilistica americana, è viva. Tutto sommato, può essere criticato o meno, ma ha tenuto in piedi il sistema finanziario americano, il sistema economico americano, dopo la crisi del 2008 e, dal punto di vista della sicurezza nazionale, è il presidente che è riuscito ad individuare ed eliminare l’autore delle stragi dell’11 settembre del 2001. Per quanto riguarda Romney, la parte forte della sua campagna è quella che dice: “Sì, ci ha salvato, ma la situazione non è davvero migliorata”. Ci sono anche gli ultimi dati sulla disoccupazione, che è risalita al 7,9 per cento, e quindi Romney ha impostato la campagna elettorale su un referendum: la situazione era grave nel 2008, ma – dice Romney - in realtà Obama l’ha peggiorata, perché abbiamo aumentato il debito pubblico, la disoccupazione è a livelli storici e dalla crisi l’America non è proprio uscita.

D. – Quale invece il punto debole che potrebbe costare la rielezione ad Obama o l’elezione a Romney?

R. – Obama, se perde le elezioni, le perde per la situazione economica: la gente continua a cercare lavoro, il numero dei poveri è aumentato. La situazione è grave e questo solitamente viene pagato dal presidente in carica. Il problema di Romney è di non risultare perfettamente credibile e affidabile, perché è uno che nel corso della sua vita politica ha cambiato spesso posizione su temi importanti, come quelli della vita, dell’immigrazione.

D. – Il 6 novembre si elegge il presidente, ma c’è anche un’elezione non meno importante, quella di una parte cospicua di deputati e senatori. Che cosa si prevede per il prossimo Congresso?

R. – Le previsioni sono che non ci sarà un cambiamento di maggioranza. Oggi la maggioranza al Senato è dei democratici e la maggioranza alla Camera è dei repubblicani. Si prevede un miglioramento dei democratici alla Camera. Il margine di maggioranza dei repubblicani sarà minore, dopo le elezioni del 6 novembre, e un avanzamento dei repubblicani al Senato, ma non tale da sovvertire la maggioranza.







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