Guatemala: la popolazione rurale colpita da siccità, povertà e malnutrizione
Un team medico basco si recherà a Retalhuleu, 200 chilometri dalla capitale del Guatemala,
il prossimo 15 novembre per effettuare oltre 150 interventi chirurgici nel corso di
2 settimane. Da più di 10 anni questi professionisti trascorrono le vacanze portando
il loro aiuto sanitario a quanti sono privi di tutto. La crisi, la crescita economica
precaria, la disoccupazione, le carenze in ogni settore, aumentano in particolare
per le fasce più deboli come bambini, donne, popolazione indigena e rurale. In Guatemala
si registra il 50% di denutrizione, il maggiore indice di tutta l’America, superando
anche Haiti. E’ il terzo Paese del mondo. Inoltre il 75% delle popolazioni indigene
vive in condizioni di povertà o povertà estrema. Oltre il 67% dei piccoli con meno
di 5 anni sono poveri e soffrono di malnutrizione o denutrizione croniche. Di questi,
8 su 10 sono indigeni. Nel Paese mancano i servizi più essenziali, e dal 2001 il gruppo
di professionisti si è organizzato, insieme alla Ong andalusa Ibermed, per realizzare
una ricerca e collaborare con le Obras Sociales del Santo Hermano Pedro, gestite dai
francescani nella città di Antigua de Guatemala, dove i religiosi accolgono disabili
fisici e mentali, offrendo aiuto a livello medico-assistenziale e formativo. In seguito
a questi contatti, nel mese di febbraio 2002 l’equipe medica spagnola ha dato vita
alla Ong Denok Osasunaren Alde (D.o.a.) per realizzare interventi diretti. Nel 2003,
dopo aver conosciuto il Centro nutrizionale di San Ixtan, si sono organizzati anche
nel settore dell’istruzione, integrandolo con docenti di diverse aree educative. Da
allora la D.o.a. è impegnata in molteplici progetti associati all’ambito sanitario
e educativo. In Guatemala, il 58% della popolazione è povera, il 27% molto povera
e il 33% degli abitanti non ha accesso all’acqua potabile. Alle condizioni di povertà
estrema e alle precarie condizioni di lavoro si aggiunge una prolungata siccità che
finora ha fatto perdere fino all’80% dei raccolti. Solo il 54,5% della popolazione
riceve una minima assistenza sanitaria. (R.P.)