Un film sull'Anno della fede: iniziativa della diocesi di Milano
Un film per riflettere sull’Anno della fede: è questa l’interessante iniziativa proposta
dalla Chiesa di Milano. L’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali ha, infatti,
organizzato diverse proiezioni del film “Il cammino per Santiago”, diretto dal regista
Emilio Estevez. Isabella Piro ne ha parlato con don Gianluca Bernardini,
membro dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della Chiesa milanese:
R. – La storia
è molto semplice: un padre decide di percorrere il cammino di Santiago al posto del
figlio morto accidentalmente sui Pirenei, poco dopo aver iniziato il viaggio. Questo
padre, interpretato dal grande Martin Sheen, grazie a suo figlio ritroverà se stesso
e forse anche la fede. Un viaggio, insomma ma, potremmo dire, anche un pellegrinaggio
dell’anima.
D. – Perché avete scelto un film per parlare di fede?
R.
– Il film è sostanzialmente un testo, che messo su uno schermo ha quelle capacità
straordinarie di entrare in contatto con gli aspetti più profondi e reconditi di ciascuna
persona. Può mettere in luce quelle domande e risposte di senso che spesso la cultura
odierna tende a soffocare e a mistificare. Un film che aiuti in qualche modo a parlare
di fede, come questo, anche con chi non frequenta abitualmente i nostri luoghi di
fede, può senz’altro essere un’occasione opportuna di incontro, di annuncio, di riflessione,
di aperta accoglienza. In questo senso, mi piace ricordare il Beato Giovanni Paolo
II che nel 1984, incontrando proprio gli esercenti delle sale cinematografiche cattoliche,
aveva definito la sala della comunità come una “struttura pastorale complemento del
tempio”, che è luogo princeps per l’annuncio di fede.
D. – La diocesi
di Milano e in particolare il suo ufficio quali altri eventi ha in programma per l’Anno
della fede?
R. – Come ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi stiamo
elaborando la proposta di altri 13 film, oltre “Il cammino per Santiago”, che riprendano
i vari aspetti della fede: dalla fiducia all’abbandono, dalla crisi alla riscoperta,
alla possibilità anche per un itinerario di fede vero e proprio. Insomma, una pubblicazione
che uscirà prossimamente con “Effatà”, 14 schede di taglio pastorale per una lettura
della fede a partire dal cinema. A tal proposito abbiamo pensato anche a un corso
per introdurre alla metodologia del cineforum attraverso anche docenti della cattolica,
contro una visione solitaria dei prodotti audiovisivi.
D. – Quali sono,
secondo lei, oggi le difficoltà che si registrano nel parlare di fede?
R. –
Credo sostanzialmente siano due: la prima è quella di suscitare l’interesse per la
proposta di un cammino di fede, per far sì che la fede diventi appetibile. La seconda
difficoltà è quella di suscitare le domande della fede: senza la domanda, difficilmente
si può accogliere anche una risposta.
D. – Quali sono i suoi auspici per l’Anno
della Fede, in particolare per i fedeli di Milano?
R. – Che sia possibile per
tutti in incontro o meglio quell’incontro che è capace, sì, di sconvolgerti la vita
ma che ti sa dare quella certezza che veramente senza di Lui non possiamo fare nulla
e siamo davvero poca cosa …