Il Papa all’Angelus: amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili
“Prima di essere un comando, l’amore è un dono”: è quanto sottolineato ieri da Benedetto
XVI all’Angelus in Piazza San Pietro, tutto dedicato al Vangelo domenicale che ci
propone proprio il comandamento dell’amore. Gesù, ha detto il Papa, ci insegna che
“amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili” ed ha invitato i cristiani a
fare come i genitori che amano sempre i figli anche quando sbagliano. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
La relazione
tra un bambino e i suoi genitori ci insegna profondamente come mettere in pratica
il comandamento dell’amore. E’ quanto affermato da Benedetto XVI che, all’Angelus,
si è soffermato sul più grande comandamento che ci ha insegnato Gesù: “Amare Dio e
amare il prossimo”:
“Prima di essere un comando, l’amore è un dono, una
realtà che Dio ci fa conoscere e sperimentare, così che, come un seme, possa germogliare
anche dentro di noi e svilupparsi nella nostra vita”.
Se l’amore di Dio
“ha messo radici profonde in una persona – ha aggiunto – questa è in grado di amare
anche chi non lo merita, come appunto fa Dio verso di noi”. Ed ha osservato: “Il padre
e la madre non amano i figli solo quando lo meritano”, “li amano, sempre, anche se
naturalmente fanno loro capire quando sbagliano”. Da Dio, ha aggiunto, “noi impariamo
a volere sempre e solo il bene e mai il male”:
“Impariamo a guardare l’altro
non solamente con i nostri occhi, ma con lo sguardo di Dio, che è lo sguardo di Gesù
Cristo. Uno sguardo che parte dal cuore e non si ferma alla superficie, va al di là
delle apparenze e riesce a cogliere le attese profonde dell’altro: di essere ascoltato,
di un’attenzione gratuita: in una parola di amore”.
Del resto, ha soggiunto,
si verifica anche il percorso inverso: “aprendomi all’altro così com’è, andandogli
incontro”, mi apro anche a “conoscere Dio, a sentire che Egli c’è ed è buono”:
“Amore
di Dio e amore del prossimo sono inseparabili e stanno in rapporto reciproco. Gesù
non ha inventato né l’uno né l’altro, ma ha rivelato che essi sono, in fondo, un unico
comandamento e lo ha fatto non solo con la parola ma soprattutto con la sua testimonianza”.
La
Persona stessa di Gesù e tutto il suo mistero, ha affermato, “incarnano l’unità dell’amore
di Dio e del prossimo, come i due bracci della Croce, verticale e orizzontale”. Nell’Eucaristia,
ha poi aggiunto, Gesù ci dona questo “duplice amore”, donandoci Se stesso. Quindi,
ha invocato la Vergine Maria affinché “ogni cristiano sappia mostrare la sua fede
nell’unico vero Dio con una limpida testimonianza di amore verso il prossimo”.
Al
momento dei saluti ai pellegrini, parlando in lingua francese, il Papa ha invitato
i fedeli a riservare ogni giorno uno spazio per leggere e meditare la Parola di Dio.
In sloveno ha poi salutato i membri del Terz’Ordine Francescano. “Il vostro pellegrinaggio
– ha detto – via sia d’incoraggiamento affinché siate sempre ed ovunque testimoni
gioiosi dell’amore di Dio”.