Le Chiese cristiane in Ucraina: disegno di legge mette a rischio la libertà religiosa
I rappresentanti delle Chiese cristiane in Ucraina e di organizzazioni non governative
che si battono per la difesa dei diritti umani, appoggiati da responsabili di associazioni
e da vari studiosi, hanno chiesto al presidente della Repubblica, Viktor Janukovič,
«come garante dei diritti costituzionali e delle libertà dei cittadini», di porre
il veto sul progetto di legge n. 10221 approvato dal Parlamento il 16 ottobre scorso,
in modo da impedire qualsiasi modifica della legge sulla libertà di coscienza e sulle
organizzazioni religiose. I previsti cambiamenti al provvedimento — secondo i rappresentanti
delle Chiese, riferisce L’Osservatore Romano — sono significativi perché riguardano
la registrazione delle organizzazioni religiose, il controllo delle loro attività
e il diritto costituzionale di riunirsi pacificamente. Una decisione presa «senza
alcuna discussione in Parlamento e nonostante l’unanime obiezione delle comunità religiose».
L’appello delle Chiese cristiane a Janukovič è stato diffuso giorni fa al termine
di un incontro al quale hanno partecipato responsabili della Chiesa ortodossa ucraina
- Patriarcato di Kiev, della Chiesa ortodossa ucraina - Patriarcato di Mosca, della
Chiesa greco-cattolica, della Chiesa cattolica e di varie chiese rappresentanti evangelici,
battisti e luterani. Nel documento — pubblicato sul sito in rete dell’Institute for
Religious Freedom e ripreso dal Religious Information Service of Ukraine — le Chiese
contestano la possibilità di cambiare la legge dopo la sua entrata in vigore, dal
momento che ciò causerà «un significativo deterioramento della legislazione nel campo
della registrazione delle organizzazioni religiose e della sua attuazione e, soprattutto,
rappresenterà un’offesa per le comunità religiose e un tradimento nei confronti delle
Chiese, le quali speravano in un rafforzamento degli accordi e nelle promesse dei
funzionari a vari livelli sull’intangibilità della legge relativa alla libertà di
coscienza, senza il consenso delle varie denominazioni». Ecco perché — concludono
— il veto del presidente Janukovič al disegno di legge n. 10221 «è l’unica soluzione
capace di prevenire l’aggravarsi dei conflitti inter-ecclesiali e l’indignazione della
comunità religiosa, in modo da mantenere la pace interconfessionale». Di pochi giorni
fa è anche la lettera aperta inviata al capo dello Stato da organizzazioni non governative,
associazioni e studiosi, nella quale si esprime preoccupazione per l’approvazione
parlamentare del disegno di legge che, nel caso di entrata in vigore, «creerebbe considerevoli
ostacoli all’attuazione del diritto costituzionale dei cittadini alla libertà di religione».