La protesta dei malati di Sla. Fornero e Balduzzi assicurano l'impegno del governo
Dopo una settimana di sciopero della fame, portato avanti insieme ad altri 70 disabili
gravissimi, Salvatore Usala, malato di Sla e segretario nazionale del Comitato
16 novembre, ha ricevuto mercoledì scorso, nella sua abitazione di Monserrato
in Sardegna, la visita dei ministri italiani Fornero e Balduzzi. Nel corso del colloquio
i rappresentanti dei dicasteri del Welfare e della Salute hanno assicurato un impegno
importante per la "non autosufficienza". Sull'esito dell'incontro e sui possibili
sviluppi della protesta, Fabio Colagrande ha intervistato lo stesso Salvatore
Usala, la cui voce computerizzata ci giunge grazie a un puntatore oculare:
R. - E' stato
un incontro cordiale, franco, con l'impegno a formulare una proposta dettagliata entro
il 20 novembre. La cifra ipotizzabile dai loro ragionamenti è 350 milioni di euro.
Hanno piena fiducia, la parola di due Ministri imprescindibili non può essere messa
in dubbio.
D. - Prima dell’incontro lei, insieme a circa 70 disabili gravissimi
di tutt’Italia, ha rinunciato volontariamente ad alimentarsi per una settimana. E’
vero che ci è voluto questo sciopero della fame per smuovere il governo?
R.
- Abbiamo fatto tre presìdi sotto i Ministeri, abbiamo ottenuto un riconoscimento
prevalente sul fondo Letta pari ad almeno 350 milioni. Il governo non ha fatto DPCM,
anzi ha tagliato il fondo Letta "scippandoci" un importo dovuto per legge. Ci hanno
costretto a scioperare.
D. - Quante altre volte siete ricorsi a questa forma
estrema di protesta?
R. - Nel 2009, eravamo in quattro malati, speravamo di
non dover ricorrere più a queste battaglie estreme ed eclatanti.
D. - Anche
tra coloro che sono dalla vostra parte c’è chi ritiene eccessive queste forme di protesta..
Non temete di mettere davvero a repentaglio le vostre vite? E perché siete disposti
a farlo?
R. - Si, le altre associazioni non sono d'accordo, preferiscono concertare
con le istituzioni, ovvero subire 2500 milioni di tagli, lo stato sociale è stato
azzerato. Rischiamo la vita perché altrimenti non ci considera nessuno, è l'ipocrisia
della società priva di valori fondanti.
D. - Quali sono i contenuti delle vostre
richieste al governo e per quale motivo pensate che siano accettabili e cioè compatibili
con l’attuale regime di tagli causato dalla crisi economica?
R. - Chiediamo
400 milioni per tutti i disabili gravissimi, un contributo di 20 mila euro l'anno
per malato, è un minimo per sopravvivere. Penso che nessuna crisi possa privare di
bisogni esistenziali, è una questione di civiltà. Nelle residenze sanitarie lo stato
spende 90 mila euro, 20 miliardi l'anno, uno spreco sciagurato per far arricchire
le lobby.
D. - In cosa consiste il vostro progetto sperimentale ‘Restare a
casa’?
R. - In sintesi un progetto per invogliare la permanenza nel domicilio
o il rientro da struttura. Se si riducessero del 5% i posti nelle residenze dando
30 mila euro si risparmierebbero 600 milioni l'anno, fatti non chiacchiere.
D.
- Nei vostri comunicati avete messo sotto accusa l’autonomia regionale in materia
sanitaria parlando di lobby potenti che utilizzano la sofferenza per fare profitti.
Può spiegarci meglio di che si tratta?
R. - Le lobby sono entrate nelle delibere
dei 100 milioni per la Sla. I fondi, destinati alle famiglie, hanno subito distorsioni:
corsi fantasma, cooperative, ausili tecnici, residenze. Le regioni fanno i loro comodi
nel silenzio dello Stato, c'è un regime di connivenza, solo poche regioni sono corrette.
D.
- Quali speranze avete dopo l’incontro con i ministri Balduzzi e Fornero?
R.
- Abbiamo la parola di due Ministri importanti, se non mantengono gli impegni dovrebbero
dimettersi perché dimostrerebbero di essere considerati solo per i tagli. Sarebbe
un atto logico per essere stati snobbati dai "falchi" del governo.
D. - Quali
riflessioni vi provoca questa apparente insensibilità di questo e dei precedenti esecutivi
per la richiesta dei disabili gravissimi di avere una vita degna di essere vissuta?
R. - Siamo un Paese incivile e ipocrita: quando i riflettori erano puntati
su Eluana molti politici hanno lanciato inni alla vita. Tanti malati rifiutano la
tracheotomia e si lasciano morire per non andare in struttura e per non pesare sui
familiari, stante l'indifferenza delle istituzioni. Una vera "eutanasia di Stato".
Tutti i media riportano il pianto della Fornero ed il taglio ai finanziamenti Sla...
Come Comitato chiediamo un fondo per tutti i malati gravissimi, se non ci sarà un
accordo chiaro nel governo nei prossimi giorni passeremo all'attacco con lotte estreme.
Lottiamo per le cose senza le quali la vita non ha senso. Non abbiamo nulla da perdere.