Mons. Marchetto: ristabilire la verità storica sul Concilio Vaticano II
A 50 anni dalla sua apertura, il Concilio Ecumenico Vaticano II rimane una bussola
per tutta la Chiesa. Ne è convinto mons. Agostino Marchetto, segretario emerito
del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e noto studioso del Vaticano
II. Il presule ha presentato a Roma il suo ultimo libro sull’argomento, intitolato
“Il Concilio ecumenico Vaticano II. Per la sua corretta ermeneutica”. Per mons. Marchetto,
infatti, oggi più che mai, occorre che i testi conciliari siano letti e interpretati
in modo corretto. Federico Piana lo ha intervistato:
R. – Naturalmente,
perché la bussola funzioni ci devono essere delle condizioni, e le condizioni sono
che ci sia una storia veritiera del Concilio, perché penso, purtroppo, che ancora
non ci sia; e ci deve essere un’accettazione dell’interpretazione del Concilio che
sia corretta – quindi l’ermeneutica conciliare – per avere alla fine la ricezione,
cioè l’attuazione delle grandi linee conciliari, e al centro del pensiero del Vaticano
II, la Chiesa. Fondamentalmente, infatti, come diceva Guardini tanti anni fa, la fede
si gioca anche sulla realtà “Chiesa”.
D. – Quando lei parla di non accettazione
o accettazione parziale del Concilio Vaticano II, cosa intende?
R. – La non
accettazione vuol dire che non si accettano i criteri stabiliti per l’interpretazione
conciliare. Il Papa ha indirizzato la corretta ermeneutica conciliare, cioè un’ermeneutica
della riforma, nella continuità dell’unico soggetto Chiesa, per cui è difficile poter
comprendere che ci sia una giusta ricezione, se non c’è stata un’interpretazione corretta
del Vaticano II.
D. – I testi del Concilio andrebbero in qualche modo ancora
di più metabolizzati e fatti conoscere al popolo di Dio…
R. – Io credo che
in questo abbiamo una nota positiva: in vista di quest’Anno della Fede c’è un ritorno
ai testi conciliari. In tutti gli incontri cui ho partecipato si rileva certamente
il desiderio di tornare ai testi, di conoscerli e di approfondirli. C’è, dunque, la
consolazione che stiamo rivenendo ai testi e quindi c’è una prospettiva di una maggior
facilità di ricezione del Vaticano II e dei suoi testi. Come dice il Santo Padre:
lo Spirito non può essere staccato da questi testi.