2012-11-01 13:01:15

Mali: forza internazionale si prepara a riconquistare il Nord occupato dalle milizie islamiche


Il Mali al centro dell’attenzione internazionale. Onu, Unione Europea e Unione Africana stanno mettendo a punto l’ipotesi di una forza internazionale che supporti l’esercito di Bamako, con l’obiettivo di riconquistare il Nord del Paese, da mesi nelle mani delle milizie islamiche tuareg. Sugli scopi di un’azione di forza, Giancarlo La Vella ha intervistato Angelo Inzoli, esperto di Africa, collaboratore del periodico dei Gesuiti “Popoli”:RealAudioMP3

R. – Fare in modo che la situazione nella regione rientri sotto controllo. Sicuramente, nel caso del Mali c’è un grossissimo problema logistico: consideriamo che l’esercito maliano, dopo il colpo di Stato, dopo le ultime vicende, è completamente disorganizzato ed incapace di affrontare questa emergenza. Quindi, se vorranno farlo dovranno comunque spendere molte energie per allestire logisticamente l’Unione della forza africana, altri Paesi, perché sicuramente l’esercito maliano non ce la farà. Però, è una soluzione che non è, essa stessa, priva di grossi problemi di organizzazione. E’ chiaro che la volontà è quella di mettere un argine a questo fronte maliano che si ha paura possa destabilizzare tutta l’area subsahariana.

D. – Un fronte collegato anche con frange islamiche e terroristiche di altri Paesi …

R. – Certo. Dobbiamo ricordare che, a parte l’aspetto delle infiltrazioni di al Qaeda nella regione subsahariana, che è un problema presente ormai da parecchio tempo, quello che sta succedendo è una delle conseguenze della caduta di Gheddafi e della guerra in Libia. Con la caduta di Gheddafi tutta una parte dei militari, dei soldati, dei mercenari che lavoravano in quelle zone sono rientrati nel Paese, e questi vanno a lavorare dove c’è chi li paga. Quindi c’è un grande caos perché ci sono certamente delle milizie integraliste e fondamentaliste che hanno una mira politica specifica; ci sono gruppi locali e una situazione nella quale è difficile identificare chiaramente le identità specifiche degli attori.

D. – Un’azione di forza non prende assolutamente in considerazione la gravissima situazione umanitaria: si moltiplicano gli appelli delle organizzazioni umanitarie in tutto il Sahel, ma in particolare per il Mali, soprattutto per quanto riguarda i minori …

R. – E’ un dramma enorme. Sappiamo che tutti questi Paesi hanno una fortissima componente giovanissima, probabilmente più della metà della popolazione, e chiaramente sono zone dove anche l’equilibrio ambientale è molto fragile: la gente che scappa diventa subito gente affamata, gente che vaga nei deserti. Già ci sono campi profughi, già ci sono attività che si stanno svolgendo con un’attenzione particolare alla fascia dei minori. In tutte queste realtà, però, diventa molto difficile quantificare la problematica, perché è un Paese destabilizzato; ma soprattutto, diventa difficile anche organizzare un intervento su vasta scala. Però, l’allarme c’è perché chi è passato di qui vede un degrado rapido e progressivo. Questi sono Paesi che senza una stabilità hanno un equilibrio molto fragile.







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