Approvato il riordino delle province: passeranno da 86 a 51
Il consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto legge sulla riforma delle Province,
il cui numero passa da 86 a 51, comprese le città metropolitane. I nuovi enti territoriali
dovranno avere almeno 350 mila abitanti e 2500 kmq di estensione. A novembre 2013
urne aperte, per nominare i nuovi vertici provinciali. Il servizio di Giancarlo La
Vella:
La cartina
geografica dell’Italia cambia e non di poco. Una decisione, quella del governo, che
va a incidere non solo sulla divisione territoriale dello Stivale, ma anche sulle
identificazioni locali e i campanilismi di amministratori e popolazione. Numerose,
dunque, le contestazioni, ma il tutto rientra nel piano di risparmi a cui ha messo
mano il governo Monti. Ma bisognerà vedere all’atto pratico quanto funzioneranno,
ad esempio, gli accorpamenti di Livorno e Pisa in Toscana, o Latina e Frosinone nel
Lazio. Per dirla con i numeri è proprio la Toscana ad essere maggiormente ridimensionata,
da 10 a 4 province; poi la Lombardia, da 12 a 7, il Piemonte, da 8 a 3. Anche la Calabria
torna a 3 province. L’Emilia-Romagna passa da 8 a 5, l’Abruzzo da 4 a 2, mentre Basilicata,
Molise e Umbria vanno a far compagnia alla Val d’Aosta nel novero delle regioni monoprovincia.
Eccezioni per Sondrio, Belluno e Arezzo che rimangono province a se stanti. Dal 1°
gennaio 2013 verranno meno le giunte provinciali soppresse, con le dovute deleghe
per garantire un ordinato passaggio di poteri. Dal 1° gennaio 2014, invece, diventeranno
operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli
urbani. Rinviato ad un prossimo futuro il riordino delle Regioni e Province a Statuto
speciale: Val d’Aosta, Trentino Alto-Adige, con le province di Trento e Bolzano, Friuli
Venezia-Giulia, Sardegna e Sicilia.