Paolucci: presto un nuovo impianto di climatizzazione per la Cappella Sistina
La Cappella Sistina, dopo 5 secoli , continua ad essere luogo di un'esperienza indimenticabile
per oltre 5 milioni di persone che lo visitano ogni anno. Un flusso di persone che
crea anche rischi per la conservazione degli affreschi di Michelangelo. Roberta
Gisotti ne ha parlato con il prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei
Vaticani, che anticipa ai nostri microfoni la notizia di un nuovo impianto di climatizzazione
per la Cappella Sistina:
R. – Bisogna
pensare alla Cappella Sistina non soltanto come al luogo eminente dell’arte universale,
è infatti uno dei luoghi museali più celebri del mondo. Bisogna pensare anche a ciò
che la Cappella Sistina significa nell’immaginario universale. E’ il luogo dove si
celebrano le grandi liturgie papali, dove i cardinali eleggono il nuovo Pontefice,
e tutto questo ha una suggestione straordinaria sui credenti e sulle donne e sugli
uomini di tutto il mondo, di ogni credo o di nessuna religione. Poi, naturalmente,
c’è il fatto che Michelangelo è di per sé un’attrazione straordinaria. Credo che fra
tutti gli artisti del tempo presente, nella sensibilità dei nostri contemporanei,
Michelangelo stia al primo posto insieme a Leonardo Da Vinci. Poi resta importante
per il miliardo e passa di cattolici che abitano il mondo, che la Cappella Sistina
sia il luogo identitario della Chiesa cattolica. Le sue pitture e i suoi affreschi
rappresentano il catechismo basico della nostra fede. La teologia, la dottrina cattolica,
sono rappresentate negli affreschi non solo di Michelangelo, ma anche di Botticelli,
di Perugino, del Ghirlandaio e di Rosselli: dalla consegna delle chiavi alle storie
di Mosé, a quelle di Cristo, l’inizio del mondo e la sua fine, l’Alfa e l’Omega, l’Apocalisse,
l’Inferno e il Paradiso... Tutto il catechismo sta, potremmo dire, nelle figure della
Cappella Sistina.
D. – Lei ha lanciato un allarme circa le condizioni di conservazione
della cappella Sistina e alcuni mass media hanno parlato anche della possibilità di
dover adottare un numero chiuso di visitatori…
R. – La mia preoccupazione adesso
è quella di controllare e quindi di eliminare le variabili di rischio che una pressione
antropica così forte, un numero così grande di visitatori, può portare. Non che ci
siano pericoli nel breve periodo per gli affreschi di Michelangelo e degli altri.
Ma tutta questa gente, cinque milioni di persone all’anno, in certi giorni anche oltre
ventimila persone, portano con la loro stessa presenza rischi: le polveri che ognuno
di noi porta con sé venendo da fuori, per esempio l’umidità, la temperatura, l’anidride
carbonica, effetto della nostra respirazione. Se si tiene conto che poi l’umidità
interna alla Cappella Sistina e la temperatura, non sono a oggi controllate nel modo
rigoroso che sarebbe giusto avere, tutti questi elementi inquinanti esterni, sposandosi
con una situazione climatica non omogenea, alla lunga possono innescare processi di
degrado. Allora, piuttosto che mettere il numero chiuso, io sto esplorando - e lo
sto facendo con l’azienda più importante al mondo in questo settore - un nuovo sistema
di climatizzazione di ultima generazione dell’ambiente, che permetta di abbattere
gli inquinanti, le polveri, che porti a livelli assolutamente controllati l’umidità
e la temperatura, quindi a garantire buona salute alla Cappella Sistina e ai suoi
affreschi per i prossimi cinque secoli. Siamo vicini a presentare il progetto. E’
questione di qualche settimana e poi potremo presentarlo al pubblico. Poi dopo, siccome
i finanziamenti ci sono, entro l’anno prossimo, questo nuovo sistema dovrebbe essere
messo in opera.
D. - Quindi c’è già accordo sulla possibilità di portare avanti
questo progetto...
R. – Sì, certo, c’è accordo con le autorità vaticane, nessuno
poteva dubitare che ci sarebbe stato. La Cappella Sistina sta a cuore a tutti.
D.
- Le notizie dunque sono buone, ci sono pericoli ma si provvederà...
R. – Ci
sono pericoli che sono sotto controllo e stiamo approntando le necessarie provvidenze
per scongiurare effetti possibili nei tempi lunghi su questi fenomeni di ‘cattivo’
clima che ho indicato.