2012-10-30 14:57:16

Dossier Caritas-Migrantes: i migranti non sono numeri


Franco Pittau, coordinatore del Dossier immigrazione Caritas-Migrantes
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I migranti, come ci ha insegnato il Papa, non sono numeri e su tutto prevale la dignità personale. Ma la loro presenza si compone di grandi numeri. A quanti si chiedono perché, in un paese con oltre 2 milioni e mezzo di disoccupati, ci sia bisogno degli immigrati, bisogna ricordare la loro indispensabile funzione di supporto al sistema economico-produttivo per la giovane età, la mancanza di riluttanza nell’inserirsi in settori dai quali gli italiani rifuggono o nello svolgere mansioni non corrispondenti al loro livello di formazione, come anche per la maggiore disponibilità a spostarsi territorialmente per cui, senza togliere opportunità agli italiani, rimediano alle carenze del mercato del lavoro.
Dal Dossier statistico 2012 si ricava che, nonostante la crisi, è aumentato il numero degli immigrati occupati, stimati attorno a 2,5 milioni nel 2011, un decimo di tutti gli occupati. Purtroppo, è aumentato anche il numero dei disoccupati immigrati (310mila, di cui circa un terzo comunitari) e, naturalmente, il loro tasso di disoccupazione (12,1%, quattro punti più in più rispetto alla media degli italiani). Nonostante ciò gli immigrati hanno un’incidenza dell’80% tra i collaboratori familiari, sono circa il 50% tra i calciatori della Serie A (e superano tale livello nell’Udinese e nell’Inter, una squadra dove si parlano ben 13 lingue) e raggiungono il 40% tra i marittimi. Anche nei comparti nei quali l’incidenza rientra nella media la loro presenza è determinante, come tra gli infermieri (circa 40mila su 400mila) o tra gli stagionali in agricoltura, nelle cooperative di pulizia o di trasporto merci. Gli imprenditori stranieri sono 249.464, aumentati anche nel 2011 (21mila aziende in più) così come è avvenuto negli anni precedenti. (A cura di Fabio Colagrande)








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