Sicilia, elezioni: in testa Crocetta. P. Matarazzo: tornata non all'altezza della
situazione
Le elezioni di ieri in Sicilia. Nello scrutinio dei voti, il candidato presidente
della Regione di Pd, Udc, Api e Psi, Rosario Crocetta, e' in testa con quasi il 31
per cento dei voti. Un dato però ancora parziale visto che riguarda la metà delle
sezioni. Alessando Guarasci
Comunque
andrà, ha vinto l’astensionismo. Ieri ha votato solo il 47.42%. Un dato che non ha
precedenti nella storia dell'autonomia. Lo spoglio delle schede, ancora parziale,
vede in testa Rosario Crocetta, di Pd, Udc, Api e Psi, col 30,82%. Nello Musumeci,
candidato del centrodestra, e' al 25,31%; il candidato del movimento 5 Stelle, Giancarlo
Cancelleri, ottiene quasi il al 18% mentre Gianferanco Micciche, leader di Grande
Sud resta al 15,6%. Giovanna Marano, sostenuta dal Sel, Idv, Fds e Verdi, e' ferma
al 6,1%. Se però andiamo a vedere i voti di lista, i grillini sono il primo partito
con il 14,6% dei voti, seguono Pd, Pdl, Udc e Mpa. Dunque per governare servirà senza
dubbio una coalizione, ma il candidato Cancellieri di Cinque Stelle ha già annunciato:
''non faremo alleanza, voteremo gli atti che riterremmo più utili per i siciliani”.
Padre Gianfranco Matarazzo, direttore dell’istituto Pedro Arrupe di Palermo:
R.
– Anzitutto, il dato va riconosciuto come un dato critico ed è soltanto in parte spiegabile
con la scelta di concentrare il voto in una sola giornata. E’ anche vero che la partecipazione
massiccia di altre volte, nel passato, non è che abbia dato di per sé risultati positivi.
Poi, secondo me il dato, forse, ha anche una valenza etica: cioè, le persone hanno
rifiutato di dare il consenso a una tornata elettorale considerata non all’altezza
della contingenza, anche drammatica, di questo territorio. Ci sono stati appelli alla
partecipazione, ma secondo me le persone li hanno percepiti come appelli interessati
da parte, per esempio, di partiti e di movimenti e quindi questi appelli non hanno
funzionato. I social network, per esempio, espressione dei candidati e dei partiti,
con l’eccezione del Movimento 5 stelle, non hanno avuto seguito, quindi questo faceva
capire che c’era qualcosa nell’aria.
D. – Insomma, non si riesce a intravedere
una vera svolta nella politica siciliana?
R. – Siamo in una fase di attesa
e preoccupazione. Vedrei un altro livello molto interessante e che si sta muovendo
ed è proprio il livello ecclesiale dove c’è stato, per esempio, un appello che la
gente ha percepito come disinteressato alla partecipazione ed è quello che ha rivolto
la Conferenza episcopale siciliana con un documento molto interessante: “Amate la
giustizia voi che governate sulla terra”. Io riprenderei proprio il dato dell’astensione
in questo scenario abbastanza complesso e non ne farei un dato conclusivo, anche di
carattere negativo, per il momento, ma la base di un processo di rilancio per la partecipazione
socio-politica.