Indonesia. Giornata giovanile 2012: i ragazzi si impegnano per la pace e la giustizia
Incontri, riflessioni e preghiere in comune, per rilanciare il motto "100% cattolici,
100% indonesiani". Con questo spirito migliaia di ragazzi hanno celebrato la prima
Giornata indonesiana della gioventù (Iyd 2012), che si è tenuta la settimana scorsa
nella diocesi di Sanggau, provincia di West Kalimantan, nella parte indonesiana dell'isola
del Borneo, una delle zone più remote e sperdute dell'arcipelago. All'evento hanno
aderito 1.914 fedeli - parrocchiani e sacerdoti - in rappresentanza di 35 diocesi
di tutto il Paese. Il motto scelto per questo primo appuntamento - e già usato per
la XXVI Gmg a Madrid - è "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede" (Col 2,7)
ed è tratto da un passo della lettera di San Paolo apostolo ai Colossesi. Padre Yohanes
Dwi Harsanto Pr., responsabile e anima della prima edizione della Iyd, sottolinea
che i giovani hanno potuto comprendere appieno "come rendere concreta la nostra fede
cristiana" nella vita quotidiana di una nazione che è "multiculturale, multietnica
e multilinguistica". Segretario esecutivo della Conferenza episcopale indonesiana
(Kwi), padre Yohanes ricorda le differenti lingue parlate dai ragazzi che hanno aderito
all'evento ma, al tempo stesso, il sentimento di "unità" quali membri di un unico
Paese. Pur contraddistinti da identità culturali diverse, linguaggio, abitudini e
costumi molto vari, essi hanno saputo riunirsi sotto lo spirito e l'egida della "Chiesa
indonesiana", ha aggiunto il sacerdote, il quale ricorda uno dei principi ispiratori
delle giornate: "essere più fedeli e sentirsi al contempo più indonesiani". Questa
doppia valenza trae certo spunto da una delle più illustri figure del cattolicesimo
nel Paese, mons. Albertus Soegijapranata, vescovo emerito di Semarang, e primo prelato
nativo della storia della nazione. Il suo motto, più volte ricordato e rilanciato
in queste giornate della gioventù, era "100% cattolico e 100% indonesiano". Fra le
altre ricchezze sperimentate dai giovani, continua padre Yohanes, la possibilità di
condividere esperienze di fede e momenti di comunione, in particolare grazie all'ospitalità
delle famiglie cattoliche della zona che hanno dato la loro disponibilità ad accogliere
i ragazzi. Una unione che ha saputo vincere le differenze linguistiche, culturali
in base all'elemento comune dell'appartenenza alla Chiesa cattolica. In un comunicato
diffuso al termine della settimana, i giovani cattolici indonesiani hanno voluto ribadire
il loro impegno al mantenimento dello spirito che ha animato le giornate di incontro
e preghiera. Definendosi promotori di "pace e giustizia", essi intendono diventare
"agenti del cambiamento" per "migliorare la situazione del Paese". "Siamo grati al
Signore - concludono i ragazzi - per la grande benedizione che ci ha concesso nell'essere
giovani cattolici indonesiani". (R.P.)