Venti giornalisti
iracheni, in rappresentanza di 16 testate, tra agenzie, tv e carta stampata, sono
in questi giorni a Roma per un corso di formazione promosso dal Ministero degli affari
esteri italiano e organizzato dal Gruppo AdnKronos. I giornalisti
coinvolti, 3 donne e 17 uomini selezionati dall'Ambasciata italiana a Baghdad, attraverso
visite e lezioni, hanno l'opportunità di confrontarsi con il mondo dei mass-media
e delle istituzioni italiane. L'iniziativa si basa sulla consapevolezza del contributo
che l'informazione libera può portare alla riconciliazione e alla ricostruzione del
tessuto sociale in un Paese ancora innsanguinato dalla violenza a quasi dieci anni
dalla caduta di Saddam. Presso la Sala Stampa della Santa Sede i giornalisti
iracheni hanno incontrato il direttore, p. Federico Lombardi sj, che ha illustrato
loro il funzionamento della macchina informativa vaticana. "La stampa irachena
si sta evolevendo, diventando sempre più libera, meno governativa e più coraggiosa"
ci spiega in un'intervista Muamal Majeed Hameed, giornalista della tv satellitare
irachena. "La visita alla Sala Stampa vaticana - aggiunge - è stata un'esperienza
unica. Vedere come il Vaticano cura la comunicazione anche con i paesi non-cattolici
è stato molto interessante". "Il ruolo della stampa in questo momento della vita
politica dell'Iraq è fondamentale. Dal 2003 i giornalisti del nostro Paese hanno preso
coscienza che non si può sempre restare imparziali, ma a volte bisogna prendere posizione.
Fotografare la realtà, raccontarla alle persone per permettere loro di formarsi una
coscienza critica è molto difficile, ma sappiamo che è l'unica strada per ridare la
pace a un Paese che ha sofferto molto in questi ultimi anni". (A cura di Fabio
Colagrande, traduzione interviste a cua di Mehdi Achour Bouakkaz)