Assisi. Mons. Muller: dialogo non significa "rinuncia alla propria identità"
No ad un dialogo con le altre religioni “politically correct”, condotto cioè nascondendo
la propria fede e la propria identità. Lo ha detto ieri mattina - riferisce l'agenzia
Sir - mons. Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede
che a 26 anni dallo storico incontro ad Assisi delle religioni per la pace ha fatto
il punto sul dialogo interreligioso chiarendone obiettivi e modalità. “Per un cristiano
- ha detto il prefetto - il rispetto della religiosità altrui non significa, e non
potrebbe significare, una rinuncia alla propria fede, alla propria identità e alla
verità definitiva ricevuta, tramite la Chiesa, nella Rivelazione di Dio. Anzi - ha
aggiunto - la Chiesa può proporre un dialogo vero solo a partire della verità su se
stessa. Sarebbe menzognero nascondere la fede autentica ed abbandonare l’unicità della
Rivelazione e della Incarnazione del Figlio di Dio, in nome di un dialogo politically
correct. È giustificato e corretto solamente un dialogo condotto nella verità e nell’amore.
Perciò la nostra fede, indirizzata verso Cristo, e la verità su noi stessi devono
sempre avere un posto privilegiato in ogni occasione di dialogo dei cristiani con
coloro che non lo sono”. Pertanto, “il dialogo con i seguaci delle religioni non-cristiane
è una forma di testimonianza della fede, che dev’essere sempre rispettosa verso l’altro
e la dignità della sua coscienza”. (R.P.) Ultimo aggiornamento: 30 ottobre