Il cardinale Alencherry: tutti sono chiamati ad essere testimoni della fede
Testimonianza coerente, adozione di nuovi linguaggi e stili comunicativi, dialogo:
passa attraverso questi principi cardine la nuova evangelizzazione secondo il cardinale
George Alencherry, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi.
Il porporato, impegnato nei lavori dell’assemblea sinodale, nell’intervista rilasciata
all'Osservatore Romano sottolinea come soprattutto le società occidentali “di fronte
a uno stato di confusione” abbiano bisogno di buoni esempi di religiosi e laici fedeli
ai valori cristiani, che sappiano “spiegare e trasmettere la fede con un linguaggio
adatto ai tempi moderni”. Il cardinale spiega anche che la comunità siro-malabarese
intende rafforzare la partecipazione attiva dei fedeli, curando in particolare la
pastorale nei confronti delle famiglie e dei giovani, e continuare a promuovere lo
strumento indispensabile del dialogo. Di fronte alle tendenze secolariste in atto
in Occidente – sottolinea il porporato - la Chiesa deve “adottare nuovi metodi di
evangelizzazione e di cura pastorale. La fede deve essere spiegata nel linguaggio
dei tempi moderni”. “Occorre, in questa realtà secolarizzata, trovare un nuovo linguaggio
affinché il popolo capisca il messaggio della Chiesa, creda maggiormente in Cristo
e nei valori della Parola”. “L’opera dei vescovi, dei sacerdoti, dei religiosi e delle
religiose e dei laici deve essere un’ispirazione per il popolo e una testimonianza
della loro vita.” Tutti sono chiamati a essere testimoni della loro fede e della loro
vita”. “La cura pastorale – conclude il cardinale George Alencherry - richiede un
approccio amichevole e soprattutto va incentrata sulla famiglia. La famiglia deve
diventare oggetto di particolare cura pastorale”. (A.L.)