2012-10-28 09:17:19

Cinque anni fa moriva lo storico Pietro Scoppola


Il 25 ottobre di 5 anni fa moriva lo storico Pietro Scoppola, uno intellettuali di area cattolica più importanti del secondo dopoguerra. Professore di storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, focalizzò i suoi studi soprattutto sulla storia della Chiesa e sui rapporti tra Chiesa e Stato, sulla figura di De Gasperi, fino alla storia della democrazia in Italia e dei partiti. Negli ultimi tempi, Scoppola esprimeva amarezza per la degenerazione della politica. Quale la sua lettura degli anni più recenti? Adriana Masotti lo ha chiesto a Agostino Giovagnoli, ordinario di Storia contemporanea all’Università Cattolica di Milano e suo ex allievo:RealAudioMP3

R. - Pietro Scoppola ha vissuto, prima ancora che pensato e scritto, intorno al problema del rapporto fra Chiesa e democrazia. Ha creduto che questo rapporto fosse fondamentale per entrambe. Naturalmente, questo implica una visione della storia molto diversa da quella che poi i fatti degli ultimi anni della sua vita hanno mostrato, anni in cui invece la politica ha sembrato perdere sempre di più il riferimento a un’ispirazione cristiana, a valori più profondi, e semmai la politica italiana ha cercato specialmente un rapporto strumentale nei confronti della Chiesa, che però è tutta un’altra cosa.

D. - Scoppola aveva fatto della Costituzione il suo punto di riferimento fondamentale. C’era di che preoccuparsi, secondo lui, negli ultimi tempi per un qualche appannamento dei valori costituzionali?

R. - Scoppola si è sentito molto estraneo a quella vicenda che è iniziata in Italia nel 1994 con la cosiddetta "Seconda Repubblica". Si è sentito molto estraneo a una politica che non aveva più la Costituzione come orizzonte e che, anzi, spesso l’ha anche disattesa se non contraddetta. La Costituzione infatti è qualcosa di molto diverso: è proprio una proiezione in avanti che non solo fissa i cardini, i fondamenti della vita politica e istituzionale, ma in qualche modo dà anche una prospettiva della promozione degli ultimi, della pace, della solidarietà e prima di tutto del rispetto della persona. Principi, questi, che sono profondamente iscritti nella Costituzione italiana e che la politica italiana dopo il ’94 ha certamente perso di vista.







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