2012-10-27 14:02:59

Mons. Paglia a Bratislava: il Vangelo della vita diventi proposta comprensibile e forte


Bioetica, demografia, valori morali: sono alcuni dei temi al centro della conferenza internazionale “Cultura della vita: cultura per la vita”, in corso a Bratislava, a venti anni dalla seconda Conferenza mondiale sulla vita, che si svolse sempre nella capitale slovacca. Tra i relatori: il segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, mons. Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu, e il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Vincenzo Paglia, intervistato da Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

R. - Quello che, secondo me, è di grande interesse è che si sottolinea sempre più l’urgenza di una cultura nella vita che sia legata a tutto l’arco dell’esistenza, dal concepimento sino alla sua fine naturale, e anche ad una vita buona lungo il corso degli anni. C’è, quindi, una visione davvero di Vangelo, di una vita bella e buona per tutti e sempre, in ogni Paese. Credo che questo lo si debba molto anche alle riflessioni del magistero di Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto XVI. Ovviamente la responsabilità di noi cristiani è quella di essere consapevoli che il Vangelo della vita deve diventare cultura della vita, ossia proposta comprensibile, forte, capace di fermentare, di cambiare quella pseudocultura di morte che, purtroppo, continua a produrre danni inenarrabili in tutta la società.

D. – Uno degli obiettivi di questa conferenza era anche documentare i progressi dal punto di vista scientifico e bioetico. Che cosa si è sottolineato?

R. – Ad esempio un aspetto: quello di una ricerca scientifica che, seguendo le linee della morale, può portare frutti straordinari. Io stesso ho portato il piccolo e straordinario esempio del Centro di ricerca delle cellule staminali adulte a Terni, dove, tra i primi nel mondo, è iniziata la sperimentazione sui malati di Sla. Un traguardo che certamente toglie spazio ad un dibattito ideologico esasperato. In questo senso si mostra sempre più che la scienza, se si lega strettamente alla via morale, ha davvero da offrire benefici enormi.

D. – Qual è stato il contributo a questo appuntamento del Pontificio Consiglio per la Famiglia, e quindi il suo contributo mons. Paglia?

R. – Io ho voluto centrare il tema sull’apporto fondamentale della famiglia per l’edificazione della società. Di fronte all’individualismo esasperato, che continua a penetrare la mente di tanti, la famiglia è quel primo nucleo di noi, che è la base e della società e della stessa Chiesa. E’ sorprendente quanto è emerso nel corso, per esempio, dei lavori sinodali. Sono stati quasi 90 gli interventi dei padri sinodali sulla famiglia, a prova di quanto questo tema debba tornare al centro della politica, dell’economia, della cultura, della stessa riflessione sul futuro della società.

D. – La necessità di recuperare la centralità della famiglia è stato il punto fondamentale del Festival della famiglia, in questi giorni a Riva del Garda. Un importante segnale in questa direzione che arriva anche a livello istituzionale...

R. – Certo, non c’è dubbio, è un gesto davvero di buon governo. Riproporre nel cuore stesso della politica questo tema, spesso dimenticato, dimostra grande saggezza. Incontri di questa natura sono importanti per l’Italia, ma sono anche emblematici per gli altri Paesi. Io mi auguro che l’Europa, nel suo complesso, ma anche nei singoli Stati, imiti o guardi con attenzione eventi di questo genere, che sono una pietra importante per il domani del mondo.







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