2012-10-26 15:41:10

Siria: violata la tregua promossa dal mediatore Brahimi. Il Pam mobilita aiuti


Non regge la tregua in Siria, promossa dal mediatore di Onu e Lega Araba, Brahimi, che da oggi, inizio della festa islamica del Sacrificio, dovrebbe proseguire fino a domenica. Numerose le violazioni del cessate-il-fuoco in tutto il Paese, sia da parte dell’esercito, che delle milizie degli insorti. Fonti dei ribelli riferiscono di almeno 50 morti. A Damasco l’esplosione di un’ autobomba ha provocato, secondo la tv di Stato, 5 vittime e 32 feriti. E non si allenta l’emergenza profughi: 8000 persone sono bloccate nei pressi del confine, in attesa di poter entrare in Turchia. Ci riferisce Marco Guerra:RealAudioMP3

I timori per le reciproche diffidenze tra le parti in conflitto si sono subito palesati sul terreno. Il primo di tre giorni di tregua – accettati solo a parole da ribelli e governativi – si è aperto con le violenze che hanno segnato tutte le altre giornate di oltre un anno e mezzo di crisi siriana. Colpi d’arma da fuoco e d’artiglieria sono stati avvertiti a Homs, Hama, Idlib e Damasco. E stamani, nella capitale, una bomba è esplosa al funerale del religioso ortodosso, padre Fadi Jamil Haddad, il sacerdote rapito e ritrovato ieri senza vita. Sempre oggi, il presidente Assad, in una delle rare apparizioni pubbliche, ha recitato le preghiere del venerdì in una moschea della capitale. Nel sermone, l’imam ha invitato la Siria alla riconciliazione. Un appello al modo arabo ad agire “con urgenza” per fermare il bagno di sangue è invece arrivato dallo sceicco Saleh Mohammed al-Taleb, imam della Grande Moschea della Mecca, una delle più importanti autorità religiose dell’Islam. Infine, non si allenta l’emergenza profughi: 8000 persone sono bloccate nei pressi del confine, in attesa di poter entrare in Turchia.

E proprio sul fronte umanitario, aiuti alimentari sono stati inviati lo scorso mese in Siria per un milione e mezzo di persone. Lo ha annunciato il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam), che denuncia anche una situazione di forte criticità per la gestione dell’emergenza. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Vicky De Marchi, portavoce del Pam:RealAudioMP3

R. - E' una situazione difficile per l’altissimo numero di persone coinvolte. Difficile, perché la popolazione si sposta frequentemente, da un posto all’altro: c’è gente che da Homs è andata ad Aleppo e da Aleppo è dovuta ritornare in altri luoghi. Difficile è trovare anche i mezzi e gli autisti, che vogliano attraversare queste zone di conflitto e difficile perché la situazione è effettivamente drammatica.

D. – La fragile tregua entrata in vigore, può aiutare effettivamente a una migliore distribuzione di aiuti alla popolazione, così come avete auspicato voi nei giorni scorsi?

R. – Sì, ci sono 25 mila persone che noi dovremmo riuscire a raggiungere con razioni alimentari in questi quattro giorni. Quindi, una speranza che sicuramente non solo noi, ma anche chi sta cercando di negoziare per uno sbocco diplomatico della crisi, sta monitorando con grande attenzione.

D. – Una situazione a parte, poi, è la gestione della crisi per quanto riguarda i bambini, che sono tantissimi: sono rimasti imprigionati all’interno di un Paese che è in guerra totale…

R. – Sì, la condizione dell’infanzia è particolarmente drammatica: ci sono moltissimi bambini, che si trovano in questi centri pubblici di accoglienza, si tratta in genere di ex scuole o altri luoghi collettivi. Moltissimi sono anche i bambini, la popolazione infantile, tra i rifugiati, ad esempio: in Libano si calcola che il 75% dei rifugiati siriani sia composto da bambini e da donne. Lavoriamo anche con l’Unicef, per assistere l’infanzia.

D. – Il vostro obiettivo, nel dicembre 2011, era quello di soccorrere 50 mila civili. Siete arrivati ad un milione e mezzo. Avete in previsione di aumentare ulteriormente gli aiuti?

R. – Diciamo che la previsione c’è sicuramente, se la situazione rimane così drammatica: ci sarà un aumento di bisogni, le persone che hanno necessità – secondo le stime Onu – di una qualche forma di aiuto umanitario in Siria, sono due milioni e mezzo. C’è, quindi, ancora un gap da colmare: non tutte le persone hanno bisogno necessariamente di aiuto alimentare, però sono sicuramente molte. Crescono anche i bisogni delle popolazioni rifugiate: attualmente, noi assistiamo circa 120 mila persone, però, prevediamo che, da qui alla fine dell’anno, saranno quasi mezzo milione le persone rifugiate che noi dovremo assistere, con cibo o con buoni o anche con denaro, affinché possano poi comprare del cibo.

D. – Ora, quello che temete è anche l’arrivo dell’inverno, che potrebbe essere un ulteriore grande problema, per la gestione delle emergenze…

R. – Sì, certo. Diciamo che, la condizione climatica è sempre un elemento di deterrenza. Uno dei problemi più grandi, anche per la popolazione siriana intrappolata nel conflitto, è il fatto che sono aumentati molto i prezzi dei beni alimentari sul mercato. Ma, soprattutto, è aumentato moltissimo il costo del carburante: sia quello del gas per cucinare, che si trova quasi solo al mercato nero, con un aumento del prezzo del 400%; sia del petrolio etc. Ad esempio, noi – proprio per far fronte a queste emergenze e garantire che gli aiuti umanitari possano continuare ed i camion possano viaggiare – abbiamo creato un deposito di carburante, per le agenzie umanitarie, a Damasco. Quindi, questo sicuramente, con l’approssimarsi dell’inverno, è un ulteriore rischio per le popolazioni.







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