Condannato Berlusconi. Il commento di Luca Diotallevi
Silvio Berlusconi e' stato condannato a 4 anni per frode fiscale nell'ambito del processo
Mediaset. Interdizione poi dai pubblci uffici per 3 anni, anche se la misura non è
subito esecutiva. Assolto invece Fedele Confalieri. Per i giudici, con il sistema
dei costi gonfiati nella compravendita di diritti tv, e' stata realizzata ''un’evasione
notevolissima''. Ma la condanna di Berlusconi apre le porte a un ulteriore cambiamento
del Pdl, dopo la decisione delle primarie? Alessandro Guarasci ha sentito Luca
Diotallevi, vicepresidente del Comitato Organizzatore delle Settimane Sociali.
R. – No, direi
di no, perché la seconda fase è stata aperta da Berlusconi nei giorni scorsi, simultaneamente
ritirandosi e indicendo le primarie.
D. – Questa condanna in qualche modo,
secondo lei, andrà a incidere anche sul giudizio politico che gli italiani hanno di
Berlusconi?
R. – In parte sì: siamo di fronte ad una sentenza di primo grado,
l’immagine di Berlusconi è così radicalizzata che credo che chi lo difende troverà
ulteriori ragioni per difenderlo e chi lo attacca lo attaccherebbe comunque. Direi
che paradossalmente la scelta dei giorni scorsi ha messo al riparo la scena politica
dai contraccolpi di questa sentenza o almeno da gran parte di questi.
D. –
A questo punto, però, cosa ci dobbiamo aspettare per il Centrodestra?
R. –
Ci dobbiamo aspettare per il Centrodestra e augurare per la democrazia del Paese che
qualche personaggio significativo del centrodestra colga questa occasione delle primarie
per assumere la guida di quella formazione politica sulla base di una legittimazione.
D.
– In questi giorni, alcuni cattolici sono “confluiti” nel manifesto di “Italia Futura”,
a pochi giorni – tra l’altro – da Todi. Quanto possiamo dire che quel manifesto sia
davvero rappresentativo dei valori cattolici?
R. – Il centro Montezemolo-Casini
rappresenta una piccola frazione dell’opinione pubblica italiana e anche una piccola
frazione del mondo cattolico: questo, dal punto di vista quantitativo, direi che è
indiscutibile. La maggior parte dei cattolici fa politica e vota o al centrodestra
o, in parte comunque significativa anche se inferiore, al centrosinistra. Direi che
questa porzione, piccola, ma importante e rispettabilissima di cattolici rappresenta
dentro il mondo cattolico quella tendenza che c’è anche nel nostro Paese a resistere
alla transizione verso una democrazia bipolare. Poi, al Centrodestra e al Centrosinistra,
emblematicamente, attraverso lo strumento democratico delle primarie, abbiamo il grosso
del Paese che va verso la democrazia normale.