2012-10-25 09:30:27

Ordine del Santo Sepolcro: pellegrini a Roma nell'Anno della Fede per impegno pro Terra Santa


Per l’Anno della Fede verranno l’anno prossimo a Roma almeno tremila cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, cioè più di un decimo dei membri del loro Ordine Equestre, l’unico inserito dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione nel calendario degli eventi a cui prenderà parte il Santo Padre. Dei preparativi del pellegrinaggio internazionale, dal 13 al 15 settembre; della mobilitazione nelle 36 nazioni in cui operano le articolazioni periferiche dell’Ordine; e dell’ accoglienza dei partecipanti, affidata all’Unitalsi, ha discusso la sessione autunnale del Gran Magistero presieduta dal cardinale Edwin Frederick O’Brien. La seduta di ieri è stata anche dedicata agli impegni statutari per la Terra Santa, in particolare per il Patriarcato Latino di Gerusalemme, dopo l’illustrazione delle attività svolte e dei progetti fatta dal patriarca Fouad Twal, che dell’Ordine è il Gran Priore: riguardano soprattutto il campo dell’educazione, anche universitaria, ma specialmente le 42 scuole primarie e secondarie frequentate da oltre 18 mila studenti, per il 61% cristiani ( sono circa 2.500 in Israele, 5.700 in Palestina e 10 mila in Giordania). I generosi contributi annuali dei membri dell’Ordine vengono devoluti pure al sostentamento del clero, al seminario, all’edilizia parrocchiale e ad opere caritative e sociali, anche di altre istituzioni cattoliche. Nella relazione al Gran Magistero, il patriarca Twal ha sviluppato quel che aveva anticipato ai suoi componenti nell’omelia della Santa Messa, introduttiva dei lavori, circa la situazione religiosa, politica e conflittuale in Medio Oriente. Due, in particolare, le riflessioni sulla Terra Santa: alla sua centralità confermata dai riferimenti ad essa nei grandi eventi ecclesiali mondiali a cui aveva partecipato (alla Santa Famiglia di Nazaret ha volto lo sguardo da Milano il Congresso delle Famiglie; al Cenacolo di Gerusalemme, da Dublino, il Congresso eucaristico); e alla inquietante crescita del fondamentalismo islamico nella regione (i cristiani temono che anche in Siria possa ripetersi la dolorosa esperienza irachena). (A cura di Graziano Motta)







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