2012-10-25 12:19:18

A Riva del Garda il Festival della famiglia, per stimolare la politica e dare ottimismo


“Il 2012 è stato l’anno più difficile per la famiglia”. Diventa urgente allora l’intervento della politica, e noi stiamo lavorando su questo, dalle iniziative per la conciliazione tra famiglia e lavoro, alla rimodulazione del meccanismo delle detrazioni fiscali'', alla riduzione del costo dei prodotti dell’infanzia. Così Andrea Riccardi, ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, ha aperto nel pomeriggio, a Riva del Garda, il primo Festival della famiglia. L’iniziativa che sarà conclusa sabato dal presidente del Consiglio, Mario Monti, è stata promossa dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Governo. Tema di questa prima edizione è "Se cresce la famiglia, cresce la società". Marina Tomarro ha intervistato Ugo Rossi, assessore alla salute e alle politiche sociali della Provincia di Trento:RealAudioMP3

R. – Sono giornate di riflessione, soprattutto di conoscenza, di buone pratiche in tema di politiche familiari. Il Festival ha anche un altro piccolo obiettivo, quello di stimolare la politica, i decisori, sul fatto che investire sulla famiglia e mettere in atto politiche familiari intelligenti, soprattutto sotto il profilo fiscale, può essere un contributo importante anche per il risanamento del nostro Paese. Crediamo di poter portare, come Trentino, un piccolo contributo alla riflessione e aver trovato la collaborazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, per noi, è naturalmente un onore.

D. – In che modo dovrebbe essere aiutata maggiormente la famiglia dalle istituzioni?

R. – Credo che prima di tutto che la frontiera da esplorare debba essere necessariamente quella anche di una revisione delle nostre politiche fiscali. Oggi, il nostro sistema fiscale non tiene conto del peso progressivo che la numerosità delle famiglie ha per le famiglie stesse; dovrebbe invece favorire maggiormente con meccanismi di detrazione o di aliquote diverse, quantomeno le famiglie numerose. Crediamo che questo sia un valore per la nostra società, perché stiamo invecchiando sempre di più, facciamo sempre meno figli e sostenere la famiglia significa anche rimettere un po’ in equilibrio quella bilancia socio-demografica che oggi è sbilanciata sull’età anziana.

D. – Perché, secondo lei, si parla spesso di crisi della famiglia e non invece della bellezza della famiglia?

R. – Perché oggi le crisi della famiglia sono molto più evidenti, sono molto più visibili, sono molto più dichiarate. Credo che dobbiamo lavorare per ricostruire una cultura del valore del senso di sacrificio e anche del valore della famiglia intesa come sviluppo dell’individuo. E’ un approccio culturale che deve essere assolutamente recuperato, che è fatto di valori. Spesso, la famiglia è diventata il luogo del consumo certe volte più che il luogo dell’aiutarsi a crescere insieme.

D. – Quale messaggio spera che venga fuori da questo Festival?

R. – Un messaggio di ottimismo innanzitutto, un messaggio di riconoscimento delle istituzioni ma, direi, anche dei corpi sociali, dell’economia, delle imprese, sul valore della famiglia in quanto tale e anche il messaggio su uno stimolo alle nostre famiglie, a pensare che la crisi, certamente è qualcosa che investe tutti noi, ma che aggrappandoci ai valori veri possiamo risollevarci.







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