A Riva del Garda il Festival della famiglia, per stimolare la politica e dare ottimismo
“Il 2012 è stato l’anno più difficile per la famiglia”. Diventa urgente allora l’intervento
della politica, e noi stiamo lavorando su questo, dalle iniziative per la conciliazione
tra famiglia e lavoro, alla rimodulazione del meccanismo delle detrazioni fiscali'',
alla riduzione del costo dei prodotti dell’infanzia. Così Andrea Riccardi, ministro
per la cooperazione internazionale e l’integrazione, ha aperto nel pomeriggio, a Riva
del Garda, il primo Festival della famiglia. L’iniziativa che sarà conclusa sabato
dal presidente del Consiglio, Mario Monti, è stata promossa dalla Provincia autonoma
di Trento in collaborazione con il Governo. Tema di questa prima edizione è "Se cresce
la famiglia, cresce la società". Marina Tomarro ha intervistato Ugo Rossi,
assessore alla salute e alle politiche sociali della Provincia di Trento:
R. – Sono giornate
di riflessione, soprattutto di conoscenza, di buone pratiche in tema di politiche
familiari. Il Festival ha anche un altro piccolo obiettivo, quello di stimolare la
politica, i decisori, sul fatto che investire sulla famiglia e mettere in atto politiche
familiari intelligenti, soprattutto sotto il profilo fiscale, può essere un contributo
importante anche per il risanamento del nostro Paese. Crediamo di poter portare, come
Trentino, un piccolo contributo alla riflessione e aver trovato la collaborazione
della Presidenza del Consiglio dei ministri, per noi, è naturalmente un onore.
D.
– In che modo dovrebbe essere aiutata maggiormente la famiglia dalle istituzioni?
R.
– Credo che prima di tutto che la frontiera da esplorare debba essere necessariamente
quella anche di una revisione delle nostre politiche fiscali. Oggi, il nostro sistema
fiscale non tiene conto del peso progressivo che la numerosità delle famiglie ha per
le famiglie stesse; dovrebbe invece favorire maggiormente con meccanismi di detrazione
o di aliquote diverse, quantomeno le famiglie numerose. Crediamo che questo sia un
valore per la nostra società, perché stiamo invecchiando sempre di più, facciamo sempre
meno figli e sostenere la famiglia significa anche rimettere un po’ in equilibrio
quella bilancia socio-demografica che oggi è sbilanciata sull’età anziana.
D.
– Perché, secondo lei, si parla spesso di crisi della famiglia e non invece della
bellezza della famiglia?
R. – Perché oggi le crisi della famiglia sono molto
più evidenti, sono molto più visibili, sono molto più dichiarate. Credo che dobbiamo
lavorare per ricostruire una cultura del valore del senso di sacrificio e anche del
valore della famiglia intesa come sviluppo dell’individuo. E’ un approccio culturale
che deve essere assolutamente recuperato, che è fatto di valori. Spesso, la famiglia
è diventata il luogo del consumo certe volte più che il luogo dell’aiutarsi a crescere
insieme.
D. – Quale messaggio spera che venga fuori da questo Festival?
R.
– Un messaggio di ottimismo innanzitutto, un messaggio di riconoscimento delle istituzioni
ma, direi, anche dei corpi sociali, dell’economia, delle imprese, sul valore della
famiglia in quanto tale e anche il messaggio su uno stimolo alle nostre famiglie,
a pensare che la crisi, certamente è qualcosa che investe tutti noi, ma che aggrappandoci
ai valori veri possiamo risollevarci.