Messaggio dei vescovi italiani per la Giornata della vita: ingiusto chiedere altri
sacrifici alle famiglie
“La logica del dono è la strada sulla quale si innesta il desiderio di generare la
vita, l’anelito a fare famiglia in una prospettiva feconda, capace di andare all’origine
- in contrasto con tendenze fuorvianti e demagogiche - della verità dell’esistere,
dell’amare e del generare”. Lo si legge nel Messaggio del Consiglio episcopale permanente
della Cei per la 35ª Giornata nazionale per la vita, che si celebrerà il 3 febbraio
2013. “Generare la vita vince la crisi” è il titolo del Messaggio. Per i vescovi italiani,
“la disponibilità a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani,
è tutt’uno con la possibilità di crescita e di sviluppo: non si esce da questa fase
critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì
facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul
dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in una situazione di crisi”.
“Donare e generare la vita - sottolineano i presuli - significa scegliere la via di
un futuro sostenibile per un’Italia che si rinnova: è questa una scelta impegnativa
ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione
chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la
vita vince, anche la crisi”. La crisi del lavoro – afferma inoltre il messaggio -
aggrava “la crisi della natalità e accresce il preoccupante squilibrio demografico
che sta toccando il nostro Paese: il progressivo invecchiamento della popolazione
priva la società dell’insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea difficoltà
relative al mantenimento di attività lavorative e imprenditoriali importanti per il
territorio e paralizza il sorgere di nuove iniziative. A fronte di questa difficile
situazione – scrivono i vescovi italiani - avvertiamo che non è né giusto né sufficiente
richiedere ulteriori sacrifici alle famiglie che, al contrario, necessitano di politiche
di sostegno, anche nella direzione di un deciso alleggerimento fiscale”. (R.P.)