2012-10-24 16:32:32

Ilva, 'morire di cancro o di lavoro'? Usciamo dal dilemma


RealAudioMP3 Le cifre sulla mortalità e le malattie contratte dalla popolazione di Taranto e del limitrofo comune di Statte per l'esposizione all'inquinamento industriale, aggiornate al periodo 2003-2009, sono scioccanti: +14% di mortalità per gli uomini e +8% per le donne rispetto alla media in Puglia. Dei dati dello studio Sentieri, presentati due giorni fa dal Ministro per la Salute, colpiscono quelli relativi alla mortalità dei bambini, superiore del 20% rispetto a quella della Regione. Ai nostri microfoni l'arcivescovo Mons. Filippo Santoro racconta l'incontro che lo stesso ministro Balduzzi ha voluto con parte della cittadinanza nella parrocchia S. Francesco De Geronimo, quartiere Tamburi, il più vicino allo stabilimento siderurgico. C'erano gli operatori sanitari, i ministri della consolazione, i coordinatori delle aggregazioni laicali. "La gente ha posto molte domande circa i rischi sulla salute, con crudezza ma con molto rispetto", riferisce Mons. Santoro. "Oltre al problema salute, dobbiamo promuovere delle ipotesi realistiche circa il nostro futuro - sottolinea ancora il vescovo - perché la situazione dal punto di vista lavorativo qui è gravissima. Io mi trovo ogni giorno file interminabili di persone che vengono a chiedermi un posto di lavoro. Non sanno da chi andare. Allora è necessario che la produzione venga diminuita e che tutte le iniziative contaminanti siano bloccate. Altrimenti proclamiamo solo buone intenzioni. Chi parla di riconversione degli impiegati all'Ilva in settori come il turismo o la pesca o l'agricoltura non tiene sufficientemente conto che qui è tutto contaminato. Come si fa? E' questo il momento in cui l'azienda deve dimostrare di prendere sul serio ciò che l'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) ha fissato". E sulla scia del Sinodo per la Nuova Evangelizzazione, Mons. Santoro aggiunge che "la Chiesa locale continuerà ad essere presente tra la gente, esprimendo piena solidarietà ai drammi familiari e alle criticità di questo momento di recessione". Mentre Nicola Russo, coordinatore del Comitato cittadino per la tutela della salute e del lavoro Taranto futura, spiega le ragioni della richiesta al sindaco di indire il referendum consultivo sulla chiusura totale o parziale dell'Ilva, (referendum già promosso nel 2007 con la raccolta di 12mila firme, ma poi stoppato), Gianni Alioti, responsabile nazionale Ambiente Salute Sicurezza metalmeccanici Fim Cisl, condivide la posizione del vescovo "che rompe la contrapposizione ideologica tra ambiente e lavoro. Bisogna intervenire sul ciclo produttivo di acciaio - precisa il sindacalista - applicando metodi che già si utilizzano in altri impianti esteri, e che avrebbero già eliminato alla fonte l'inquinamento. Su Taranto ci giochiamo tutti la nostra credibilità. O la sfida la si vince tutti per il bene comune, oppure vuol dire che non c'è alcuna idea di sviluppo che possa rappresentare un'alternativa". (di Antonella Palermo)







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