Convegno a Roma: Africa e "donne rurali" protagoniste di sviluppo nel continente
L'Africa non raggiungerà la propria sicurezza alimentare, senza un'adeguata affermazione
del ruolo delle donne nel settore agricolo. E' la conclusione di un gruppo di esperti
africanisti ed esponenti della cooperazione internazionale, riuniti a Roma per iniziativa
del Ministero degli Esteri italiano - Direzione generale per la Cooperazione allo
Sviluppo - e dell'Istituto Agronomico per l'Oltremare. Sui lavori del Convegno, dal
titolo "Relazioni di genere, soggettività e sicurezza alimentare in ambiente rurale:
cosa è cambiato e cosa deve cambiare in Africa Sub-sahariana, il servizio di Silvia
Koch:
Da soggetti
vulnerabili a “protagoniste dello sviluppo rurale”: è il nuovo ruolo riconosciuto
alle donne africane, responsabili dell’80% del lavoro agricolo. E la produzione alimentare
potrebbe aumentare del 20% - prospettiva vitale per un continente che in molte regioni
soffre ancora la fame - se le donne avessero meno ostacoli da superare, soprattutto
in termini di accesso sulle terre, e partecipazione ai processi decisionali. Con l’aiuto
di operatori agricoli provenienti da Mozambico, Senegal e Burkina Faso, ricercatori
africanisti ed esponenti della Cooperazione internazionale si interrogano oggi sui
punti deboli del mondo rurale africano, che ne rallentano lo sviluppo e che impediscono
una piena affermazione delle donne nelle attività agricole, nel tentativo di tracciare
alcune linee guida per i protagonisti della politica e dei mercati internazionali.
Anche nelle economie africane “in crescita”, si continua a registrare povertà diffusa
nella popolazione: è necessario quindi ripensare le politiche di sviluppo future,
che devono assolutamente focalizzare sulla promozione della popolazione femminile.
Anche la regolamentazione dell’investimento privato nel settore agricolo diventa fondamentale,
soprattutto alla luce del nuovo approccio di parte della cooperazione, che tende a
inseguire forme di profitto, ispirandosi al paradigma "sociale = conveniente". La
signora Binta Sarr, di un’Associazione senegalese per la promozione della donna,
spiega l’importanza di coinvolgere le popolazioni locali in tutti i progetti di sviluppo
e negli accordi economici tra imprese:
R. – Si le multinationales interviennent
dans une perspective... Se le multinazionali intervengono nel Paese, in una prospettiva
di governo democratica e, dunque, negoziando alla presenza delle popolazioni locali
i loro interventi e i loro investimenti economici, allora certo che ci può essere
una partecipazione della popolazione e un beneficio. Ma se le negoziazioni vengono
fatte in assenza della popolazione, solamente con lo Stato, questo ovviamente priva
della necessaria partecipazione, quindi della trasparenza e delle possibilità di sviluppo
della popolazione.
D. – Come si può promuovere l’accesso delle donne alla terra
e una loro partecipazione nel controllo delle terre?
R. - Je pense que c'est
un processus... Io penso sia un processo molto lungo, soprattutto in un contesto
rurale. Queste continue battaglie vanno combattute attraverso il rafforzamento delle
capacità delle donne, quindi di informazione e formazione delle donne sui loro diritti,
in modo che possano far sentire la propria voce attraverso le attività di lobby.
Le donne si sono mobilitate – conclude la sig.ra Sarr – il processo di emancipazione
è attivato: ora bisogna solo garantire loro gli strumenti essenziali, ovvero istruzione
di base, controllo sulle terre e sulle altre risorse produttive.