Congo: si cerca un contatto affidabile per i tre religiosi rapiti nel Nord Kivu
Ha chiesto il rilascio “senza condizioni” dei tre missionari rapiti lo scorso sabato
nel Nord-Kivu, la Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco). In una nota firmata
da mons. Nicolas Djomo, presidente della Cenco, si condanna il rapimento dei padri
Jean-Pierre Ndulani, Anselme Wasinkundi e Edmond Bamutute e si chiede che vengano
restituiti “sani e salvi al loro servizio pastorale e di assistenza della popolazione”.
A lanciare un appello per la liberazione sono stati martedì anche i Padri sinodali
riuniti in Vaticano. Secondo fonti locali dell'agenzia Misna che preferiscono mantenere
l’anonimato, presunti rapitori dei tre missionari si sono fatti vivi telefonicamente
chiedendo il pagamento di un riscatto: si nutrono però dubbi sull’attendibilità della
telefonata. “Ignoriamo ancora l’identità del gruppo responsabile del rapimento” ha
detto ieri alla Misna mons. Melchisedech Paluku Sikuly, vescovo della diocesi di
Butembo-Beni. “Purtroppo – ha aggiunto il prelato – ci sono tante milizie armate e
bande di criminali che seminano violenza e instabilità nella nostra regione. A pagare
il prezzo di esazioni e insicurezza sono come sempre i civili. Finora preti e religiosi
erano stati risparmiati anche se lo scorso 26 settembre il vescovado della diocesi
era stato attaccato”. I tre missionari, tutti di nazionalità congolese, fanno parte
della congregazione degli Agostiniani dell’Assunzione. Sono stati rapiti sabato alle
21 (ora locale) nel convento della parrocchia di Nostra Signora dei Poveri a Mbau,
a una ventina di chilometri a nord dalla città di Beni, nella provincia del Nord-Kivu.
(R.P.) Ultimo aggiornamento: 25 ottobre