Roma. Le reliquie di Papa Wojtyla e Padre Pio accolte al Policlinico Umberto I
“Pietro ma tu mi ami?”, “Tu lo sai che ti amo”: così il dialogo tra il Signore e l’apostolo
nel Vangelo di oggi. E’ proprio in questa domanda e soprattutto nella sua risposta
il messaggio profondo che ci conduce al cuore della vita di Giovanni Paolo II e di
Padre Pio. Il loro amore profondo per il Cristo la fiducia incondizionata, sono il
segreto delle loro vite. La fede cristiana è un rapporto personale con Cristo, non
è adesione a messaggi o norme etiche. E’ fidarsi di Gesù!». Così mons. Lorenzo Leuzzi,
vescovo ausiliare di Roma e delegato per la Pastorale della salute, ha accolto lunedì
mattina nella cappella centrale del Policlinico Umberto I, le reliquie del Beato Giovanni
Paolo II e di San Pio di Pietrelcina che, da ieri, saranno portate pellegrine durante
quest’Anno della Fede, nei vari ospedali e case di cura della capitale. "Tutti ricordiamo
- ha continuato il presule - l’immagine di Giovanni Paolo II nell’ultima Via crucis
al Colosseo: lui e il Crocifisso. Anche oggi è il Crocifisso che interpella tutti
noi, in particolare coloro che sono nella sofferenza, perché Lui è l’unico e vero
interlocutore dell’uomo perché ha condiviso la nostra sofferenza". E facendo un accenno
alle nuove generazioni, il vescovo ha sottolineato la necessità di educarle all’idea
che la sofferenza umana è parte integrante dell’esistenza, ma che anche nel dolore
non saremo mai soli. "Il Signore - ha spiegato - ha condiviso tutto della condizione
umana perfino la sofferenza e la morte, ma è nella sua domanda “Mi ami tu?” il segreto
di riuscire a trasformare la sofferenza in un’esperienza d’amore! E se la nostra risposta
non sarà superficiale, ma un’espressione reale della fede della Chiesa, non sarà un
semplice gesto che nasce solo dal bisogno e che si consuma nell’istante, ma la piena
adesione al suo Vangelo per tutta la nostra esistenza nel tempo e oltre il tempo".
(R.P.)