2012-10-22 13:53:19

Mali: i ribelli del Nord si preparano alla guerra. Il Presidente Traoré in Qatar


I gruppi armati del Nord si preparano alla guerra: a dar loro man forte, riferiscono fonti di stampa maliana ed internazionale, ci sono centinaia di jihadisti arrivati nel fine settimana dal Sudan e dal Sahara occidentale. Testimoni locali nei capoluoghi di Timbuctù e Gao - riferisce l'agenzia Misna - hanno raccontato della presenza in città di “uomini stranieri armati”, almeno in 150 nelle ultime 48 ore, che dichiarano “essere venuti per aiutare i fratelli musulmani contro i miscredenti”. Da sette mesi Timbuctù (nord-ovest) è controllata dal gruppo islamico armato di Ansar Al Din e da Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) mentre Gao (nord-est) è diventata la base degli islamici del Movimento per l’unità e il jihad in Africa occidentale (Mujao). Il quotidiano locale ‘Journal du Mali’ conferma l’arrivo di rinforzi armati di origine sudanese, tunisina, senegalese, ivoriana, algerina e nigerina ma anche di combattenti sahrawi che giungono direttamente dai campi profughi vicini alla città algerina di Tindouf. Alcuni osservatori ricollegano lo ‘sbarco’ dei jihadisti nel Nord del Mali alla risoluzione Onu e alla riunione internazionale che si è tenuta venerdì a Bamako. I Paesi della Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao), l’Unione Africana, l’Unione Europea e l’Onu hanno espresso “piena solidarietà” con le autorità maliane per facilitare il dispiegamento di truppe africane e la riconquista della vasta regione desertica che copre i due terzi del territorio nazionale. La Francia ha formalmente ripreso la sua cooperazione militare con Bamako, interrotta dopo il golpe dello scorso marzo, mentre capi di Stato e di governo Ue hanno dato il loro via libera all’addestramento delle truppe maliane. Un’altra notizia, passata in secondo piano, è arrivata dal complesso scenario settentrionale: alla luce di un possibile intervento militare regionale, i capi di Ansar Al Din e del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla, tuareg) hanno avviato colloqui per cercare di riavvicinarsi dopo le rivalità emerse negli ultimi mesi. Tuttavia non sono chiare le intenzioni dei due capi ribelli Iyad Ag Ghali – che intrattiene stretti legami con l’Algeria – e Bilal Ag Cherif, stabilitosi in Burkina Faso. Da alcune indiscrezioni sull’esito di un incontro di tre giorni a Kidal si evince che i due hanno parlato di possibile fusione – anche se l’accordo appare ancora lontano – e di propensione per una soluzione negoziata e non armata al conflitto con Bamako. La strada imboccata da Ag Cherif è contestata da una parte della ribellione tuareg mentre dall’altra Ansar Al Din non si è ancora ufficialmente staccato dagli alleati di Aqmi e del Mujao. Intanto il presidente ad interim Dioncounda Traoré è partito alla volta del Qatar nell’ambito della gestione della crisi armata del Nord, che vedrà il sostegno logistico di alcuni Paesi occidentali. Ma a Bamako alcune forze politiche chiedono la sospensione della cooperazione diplomatica con il Qatar e con tutti quei Paesi accusati di sostenere gli islamici che hanno preso il controllo dei territori settentrionali. Per Traoré si tratta del primo viaggio ufficiale all’estero dal suo ritorno in Mali lo scorso luglio, dopo mesi di convalescenza medica trascorsi a Parigi in seguito all’aggressione subita nel suo ufficio della capitale maliana. (R.P.)







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