Musica e solidarietà: a Roma una festa per i bambini disagiati
“Costruire con la musica”. E’ il titolo della giornata organizzata ieri al Parco della
musica di Roma, un’occasione di festa e solidarietà per raccogliere strumenti musicali
usati, da restaurare e destinare ai bambini delle realtà più disagiate, sostenendo
un coraggioso progetto didattico. Ne è promotore la onlus Comitato Sistema della
Orchestre e dei Cori giovanili e infantili, che da quasi due anni opera in Italia
su ispirazione del modello attuato in Venezuela dal maestro Antonio Abreu, come spiega
al microfono di Gabriella Ceraso il presidente del Comitato, Roberto Grossi:
R. - È una onlus
nata neanche due anni fa su impegno della società civile, in particolare della Federcultura
della scuola di Fiesole con il sostegno di Claudio Abbado, il quale è anche presidente
onorario dell’organizzazione, e il maestro Abbreu. È un’organizzazione nazionale che
si richiama all’esperienza educativa realizzata in Venezuela ormai da oltre trenta
anni dal maestro Abbreu, che attraverso la musica ha creato un sistema di educazione
sociale, riscatto soprattutto dei bambini che vivono in condizioni di marginalità,
proponendo un approccio alla musica totalmente diverso rispetto a quello tradizionale
perché è totalmente inclusivo, gratuito, pone immediatamente i bambini a suonare insieme
agli altri. In un anno e mezzo il sistema è cresciuto tantissimo. Adesso sono 30 nuclei,
vale a dire 30 centri educativi permanenti in tutta Italia dislocati nei quartieri
più disagiati, da San Basilio a Roma, fino ai quartieri periferici di Bari, dove ad
esempio, una ex discoteca della camorra “Il Momart” è stata tolta alla malavita e
assegnata ai nostri nuclei.
D. – Ci può parlare dell’età di questi bambini
e del modo attraverso il quale voi li contattate. Come ci arrivate?
R. - Cominciamo
a lavorare con i bambini già dai tre anni, quindi più o meno all’età della scuola
materna fino ai 18 anni. Li raggruppiamo in luoghi specifici che talvolta sono le
scuole, altre le parrocchie, delle istituzioni musicali o culturali. Siamo noi che
andiamo dove c’è necessità e dove c’è disagio. Oppure, a volte vengono spontaneamente:
iniziative di insegnanti, associazioni.. Il comitato si attiva e dà una mano.
D.
- Mi diceva che lavorate con i bambini già dai tre anni…
R. - Certo dai tre
anni. Fare musica è un’esperienza di vita. Ti insegnano subito ad ascoltare te stesso,
a battere i ritmi, i bambini studiano già la lunghezza delle note e iniziano a imbracciare
i primi strumenti.
D. - Bambini solo con disagio sociale o anche bambini con
disagi fisici?
R. - Vogliamo dare una risposta agli uni e agli altri. Abbiamo
dei centri speciali che operano con i bambini sordomuti, che partecipano alla musica
muovendo le mani, oppure bambini che sono su sedie a rotelle che iniziano a suonare
il pianoforte, fino a bambini che sono figli di tossicodipendenti o addirittura adolescenti
che a dodici anni hanno già fatto uso di droghe. Tutto questo sotto la spinta volontaristica;
quindi i professori di orchestra, gli educatori lo fanno perché credono che in questo
modo si possa dare una speranza e un futuro.
D. - La festa di domenica sarà
un’occasione non solo per far conoscere tutto questo, ma sarà anche un momento per
fare un po’ di raccolta di strumenti che servono a questi bambini..
R. -Non
vogliamo solamente porre un problema: quello del numero dei bambini che abbandonano
la scuola che è sempre di più alto negli ultimi anni, oppure quello della fascia di
povertà delle famiglie che si è allargata, ma vogliamo anche proporre delle alternative:
chiamare tutti i cittadini romani, e non solo, a portare, a donare, un piccolo strumento
che era lì, a casa, facendolo rivivere. Quindi più che altro è l’occasione che noi
vogliamo creare, facendo tuttavia vedere cosa vuol dire portare avanti questa esperienza
educativa, e quali sono i risultati.