Convegno su religione e disinformazione promosso dall'Ucsi di Lazio e Toscana
“Spingitori di cavalieri”: è il titolo con il quale si è tenuto ieri, presso l’Abbazia
di San Galgano, in provincia di Siena il convegno sulla disinformazione religiosa
organizzato dall’Ucsi, Unione della stampa cattolica, di Lazio e Toscana. Al dibattito
hanno preso parte giornalisti, esponenti della Chiesa e storici che si sono confrontati
sul difficile rapporto tra informazione e religione. Il servizio di Stefano Leszczynski:
Il convegno
prende spunto dalla storia di San Galgano, forse una delle figure della storia della
Chiesa maggiormente mistificata dal mondo dell’informazione. Esoterismo, leggende,
appropriazioni massoniche sono all’ordine del giorno ancora oggi, addirittura fino
ad ipotizzare cambi di persona con Re Artù e i Cavalieri della Tavola rotonda. Ma
la mistificazione, la mala informazione sulle tematiche religiose - come hanno fatto
notare giornalisti del calibro di Fausto Gasparroni dell’Ansa, storici come Fabrizio
Dal Passo, Francesco Silvestri - hanno radici storiche lontane. Un percorso che viene
ricostruito anche nel volume, presentato al convegno, “Giornalismo e religione” di
don Giuseppe Costa direttore della Lev, la Libreria Editrice Vaticana, che prende
in considerazione oltre sessanta anni di informazione religiosa e analizza in particolare
gli anni del Concilio.
“Dunque, di chi sono le responsabilità della disinformazione?”,
si chiedono i relatori. Certamente i giornalisti e il sensazionalismo ricercato giocano
un ruolo, ma - fa notare il critico televisivo Mariano Sabatini - grande colpa è da
attribuire a un pubblico, a una società che è incapace di scegliere e di premiare
con la selezione i programmi più validi. Atteso per il pomeriggio, anche l’intervento
di mons. Antonio Buoncristiani, arcivescovo di Siena, cui spetterà l’onere dell’analisi
dell’informazione da parte della Chiesa e del mondo dell’informazione religiosa, anche
alla luce dei recenti fatti di cronaca legati alle note vicende di "Vatileaks".