Argentina: la Chiesa chiede più attenzione per i poveri nel nuovo Codice Civile
La Commissione Giustizia e Pace dell’episcopato argentino, in un comunicato, ha fatto
alcune osservazioni sulla proposta di un nuovo Codice Civile e Commerciale, al centro
di un ampio dibattito tra tutti i settori della società. La nota inizia ricordando
quanto i vescovi hanno già segnalato nelle udienze pubbliche sull’importanza del riconoscimento
della qualità di persona dal momento del concepimento, sul rispetto dell’identità
dei bambini, sul rifiuto alla “cosificazione” (uso materiale e commerciale) della
donna attraverso l'affitto dell’utero, sul rispetto dei diritti essenziali del matrimonio
e sulla semplificazione delle procedure per le adozioni. Il testo invita inoltre a
una riflessione sulla prospettiva dei più poveri ed esclusi. In primo luogo, a proposito
del capitolo sulla proprietà della casa del nuovo Codice Civile e Commerciale, esortano
a non abbandonare la denominazione di bene di famiglia - così come definito nella
Costituzione Nazionale - nel senso che casa e famiglia sono due concetti che dovrebbero
essere protetti unitamente. Sempre nell’ambito della proprietà, i vescovi criticano
la forte difesa di quella individuale nella sua accezione classica, che sebbene debba
essere difesa, mai deve prevalere sul “destino universale dei beni”, ossia sulla funzione
sociale della proprietà. La nota della Commissione di Giustizia e Pace dell’episcopato
argentino suggerisce poi la ripresa del progetto iniziale nel capitolo dedicato al
diritto all’acqua, poiché l’acceso all’acqua potabile è un diritto fondamentale ancora
negato a una parte della popolazione. Ancora chiede che vengano ascoltate le richieste
dei popoli autoctoni che hanno espresso, in forma unanime e massiccia, la loro preoccupazione
per la mancata consultazione riguardo al riconoscimento della loro personalità giuridica
- che dovrebbe essere pubblica e non statale - e una migliore regolamentazione del
diritto di proprietà indigena. Infine, l’episcopato si mostra favorevole alla proposta
di un parlamentare che chiede la proroga della scadenza per la discussione della riforma
del nuovo Codice Civile e Commerciale. “Non si tratta di una legge che debba risolversi
per interessi, urgenze o per imposizioni di numero – si legge nel comunicato della
Commissione Giustizia e Pace dell’episcopato argentino –. E’ una grande opportunità
per costruire insieme una nazione di fratelli”. (A cura di Alina Tufani)