Vertice Ue a Bruxelles: accordo sulla supervisione bancaria. Il commento dell'economista
Quadrio Curzio
Un summit a Roma in primavera in risposta agli euroscettici. La possibilità è stata
annunciata dal premier italiano Mario Monti a conclusione dei lavori a Bruxelles
del Consiglio europeo. Monti e Merkel hanno assicurato che presto si arriverà alla
ricapitalizzazione bancaria, mentre Hollande chiede lo sblocco dei fondi per la Grecia
già nelle prossime settimane. Laura Forzinetti:
Oggi, a Bruxelles,
il vertice dei capi di stato e di governo dell’Unione Europea, partito tutto in salita
con la Francia e la Germania in netto contrasto, si è risolto con un accordo che lascia
tutti soddisfatti. Punto spinoso riguardava la messa in opera di un sistema unico
di vigilanza del sistema bancario: c’era in ballo il controllo di 6 mila banche europee
e la Merkel pretendeva di sottrarre al controllo le più piccole e di istituire un
supercommissario. Misura inutile, ha spiegato il presidente del consiglio Monti, visto
che il Commissario europeo all’economia ha già tutti i poteri richiesti; la sorveglianza
sarà invece affidata alla Banca centrale europea. Si stringe sui tempi: il 31 dicembre
2012 si attendono le proposte per l’attuazione e il calendario, nel 2013 la messa
in pratica. A sistema unico di vigilanza bancaria attuato, potranno partire le capitalizzazioni,
ma Monti non esclude che ciò possa avvenire anche in corso d’opera. Dal vertice, come
ha sottolineato il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, è anche emersa
l’unanime volontà di mantenere la Grecia all’interno dell’euro e di non sollecitare
in alcun modo la sua volontà di lasciare l’Eurozona. I capi di stato e di governo,
hanno affermato la ferma volontà di mettere in atto tutte le misure necessarie, per
favorire crescita ed occupazione.
Dunque il vertice di oggi ha confermato
che la ricapitalizzazione diretta delle banche si farà. E questo nonostante la lettera
dei ministri delle Finanze di Germania, Finlandia e Olanda in cui si esprimevano dubbi
sulla possibilità che fosse il meccanismo europeo di stabilità a intervenire. Alessandro
Guarasci ha sentito il parere dell’economista Alberto Quadrio Curzio
R.
– La questione della centralizzazione presso la Bce, della vigilanza sul sistema bancario,
con eventuali deleghe – necessarie, per altro, alle banche centrali nazionali – è
ormai cruciale, perché molte banche europee, non sono più banche nazionali, ma sono
banche europee. Per quanto riguarda, invece, l’intervento diretto dell’Europa sulla
banca, o sulle banche, che si trovano in stato di necessità, bisogna ancora esattamente
vedere i termini politico-istituzionali di tali interventi. È chiaro che la Spagna
è molto interessata ad interventi diretti sulle banche; ma, è altrettanto vero che,
fin quando non ci sarà la vigilanza unificata ed una serie di procedure chiare, tutto
ciò non accadrà.
D. – Non ci sarà il cosiddetto supercommissario dei conti
pubblici. In sostanza, il rigorismo della Germania rimane isolato in questo momento?
R.
– Fino ad un certo punto, perché il rigorismo della Germania, certamente, ha determinato
il rigorismo di tanti altri Paesi a cominciare dall’Italia, che, oggi come oggi, è
un Paese con un avanzo primario gigantesco. Di fatto, dunque, è come se questo commissario
ai bilanci già esistesse e fosse tedesco; dunque, io preferirei un commissario formale
dell’Unione Europea, che è un commissario fattuale, espresso dalla Germania.
D.
– Hollande ha detto che vuole che la Tobin tax entri in vigore già dal primo gennaio
del 2013. Un’opzione concreta, oppure, siamo ancora ai “desideri”?
R. – La
Tobin tax è molto importante e io mi auguro che possa essere applicata, e che sia
funzionante. Bisogna, però, stare molto attenti a non fare delle partenze troppo accelerate
per evitare un qualche inciampo, che farebbe poi cadere un’iniziativa molto significativa.
Credo che ci voglia più calma nella partenza, anche per evitare che poi qualche inciampo
– come prima dicevo – determini una retromarcia, che sarebbe davvero molto molto preoccupante.
D. – Gli Eurobond, così come li ha pensati lei e il presidente Prodi, sono
ancora ad oggi fattibili, oppure, dobbiamo pensare che questo sia ormai - in questa
Europa - un progetto irrealizzabile, secondo lei...
R. – A mio avviso, l’idea
Prodi-Quadrio Curzio – mi dispiace citare anche me stesso – rimane un’idea molto valida
e la mia impressione è che, prima o dopo, ad una qualche variante di Eurobond si arriverà;
altrimenti, l’Europa finirà ad avvitarsi in una recessione, con livelli di disoccupazione
che – al di là della crisi economica – porteranno ad una crisi sociale e le crisi
sociali sono veramente una brutta eventualità, alla quale dovremmo sottrarci.