Vertice internazionale in Mali per il futuro del Paese. Distrutti altri mausolei a
Timbuctù
Vertice decisivo ieri in Mali per decidere il futuro del Paese dopo il golpe che ha
di fatto diviso in due lo Stato africano. Giovedì manifestazioni di piazza contro
l’ipotesi di un intervento internazionale mentre prosegue la distruzione dei mausolei
di Timbuctù. Benedetta Capelli:
Duemila persone
hanno protestato ieri a Bamako scandendo slogan contro i “tentativi di confiscare
la sovranità nazionale”. Il riferimento è all’ipotesi di un intervento militare e
internazionale avallato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu che, la scorsa settimana,
ha concesso un lasso di tempo all’Ecowas, la comunità economica dell'Africa occidentale,
per mettere a punto una soluzione e pacificare il Mali. Il Paese, dal golpe del marzo
scorso, è di fatto spaccato in due: da una parte il Nord in mano agli islamisti di
Ansar al Dine, legati ad al Qaeda nel Maghreb, e ai Tuareg; dall’altra il Sud controllato
da un governo di transizione presieduto dal presidente ad interim Traorè. La questione
sarà oggi affrontata in un vertice a Bamako alla presenza di delegati dell’Unione
Africana, dell’Unione Europea, delle Nazioni Unite – con Romano Prodi, inviato dell’Onu
per il Sahel – e l’Ecowas. Si discuterà anche dell’invio di 3mila uomini nel nord
del Paese. Intanto a Timbuctù, patrimonio dell’Unesco, gli islamisti hanno continuato
la loro opera di distruzione colpendo ieri i mausolei del quartiere di Kabara – considerati
simboli dell’idolatria - tra l’incredulità e lo sgomento di centinaia di persone.