Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa 29.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci propone il Vangelo in
cui Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù di farli sedere accanto a Lui nella sua gloria,
uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. La richiesta suscita l’indignazione degli
altri discepoli, ma Gesù dice:
“Chi vuole diventare grande tra voi sarà
vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche
il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare
la propria vita in riscatto per molti”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo
il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente emerito di Teologia
spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Ultimo grande
insegnamento di Gesù sulla strada verso Gerusalemme. Due discepoli tentano il colpo:
ottenere la promessa dei primi posti accanto a Gesù. Il fascino del potere e del prestigio
rimane ancora forte se questi due lo chiedono esplicitamente, suscitando l’irritazione
degli altri, che forse si vedevano scavalcati. Eppure Gesù aveva parlato poco prima
della sua umiliazione, della sua sofferenza a causa dall’ostilità dei capi. Inutile,
i discepoli pensavano secondo altre categorie, il Maestro non era riuscito a convincerli.
Allora Gesù tenta ancora una volta di proporre la sua logica: non potere e onori,
ma croce e umiliazione si devono aspettare i discepoli. È quello che sta per avverarsi
per il Figlio dell’uomo: è venuto per servire e dare la vita, con totale disponibilità
al nostro bene. Proprio su questo stile alternativo insistono le altre letture bibliche.
Una convergenza che non consente fughe o furbizie a nessuno: essere discepoli e poi
cercare onori e potere è assurdo, non è la logica di Gesù. Guardiamoci attorno: non
sono tanti quelli che si lasciano convincere da Gesù e si mettono al servizio, con
cuore generoso… Eppure in questo si gioca l’autenticità dell’identità cristiana.