Uruguay: depenalizzato l'aborto. La Chiesa: legge contro il primo dei diritti, il
diritto alla vita
In Uruguay, il Senato ha approvato ieri la legge sulla depenalizzazione dell’interruzione
volontaria della gravidanza. La Chiesa uruguayana ha espresso il suo “profondo dolore”
per una normativa che “in pratica – afferma - legalizza l'aborto”. Il servizio di
Sergio Centofanti:
Il Vicariato della Famiglia e della Vita dell'Arcidiocesi
di Montevideo sottolinea in una nota che “questa decisione va contro il primo diritto
umano che è il diritto alla vita, è in contrasto con la Costituzione”, è “un’aggressione
all’essere umano innocente - e pertanto a tutta la società uruguaiana nel suo complesso
- ed è un'offesa a Dio Creatore”.
Eravamo orgogliosi – prosegue la nota –
“di essere uno dei primi Paesi ad abolire la pena di morte”, ma oggi “è un giorno
triste per l'Uruguay, un Paese che è stato un rifugio per molte persone che sono venute
in cerca di nuove opportunità, una società in cui molti hanno trovato dei motivi per
continuare a vivere” e “ora nega ad altri uruguayani il diritto di vivere. La legge
approvata dal Senato è una ferita inferta alla nazione, alle più nobili tradizioni
della nostra terra”.
“La Chiesa – aggiunge il comunicato - comprende il dramma
che molte coppie e specialmente molte donne vivono di fronte ad una gravidanza non
desiderata, ma ha sempre affermato che questa situazione sfida tutti coloro che sono
coinvolti - le famiglie, la società civile e le autorità - a trovare soluzioni che
rispettino la vita”.
Inoltre, spiega l’Arcidiocesi di Montevideo, “se il fatto
che con l'aborto una vita umana venga eliminata non registra l’unanimità delle opinioni
- anche se la scienza lo dimostra - il solo dubbio che questo genera dovrebbe essere
sufficiente per fermare la sua approvazione”. E “i vari eufemismi con cui si maschera
questa legge non toglie nulla alla gravità di ciò che è stato approvato”. Ma “poiché
abbiamo fiducia in Gesù Cristo, Signore della vita e della storia – conclude la nota
- continuiamo a guardare al nostro futuro con speranza, contribuendo alla difesa della
vita umana dal concepimento alla morte naturale”.
La legge - approvata ieri
grazie al voto dei senatori della coalizione di centrosinistra, al governo – prevede
l’aborto fino alla 12.ma settimana e in altri casi fino alla 14.ma, previa consultazione
con una commissione di medici, psicologi e assistenti sociali. L’aborto potrà essere
invece direttamente autorizzato in caso di rischio grave per la salute della madre,
stupro o possibili malformazioni del nascituro. L’Uruguay, dopo Cuba (1965) e la Guyana
(1995), è il terzo Paese dell’America Latina a legalizzare l'aborto.