Unificati Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e Pontificio Consiglio
della Cultura
Dal prossimo 3 novembre la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa
verrà unita al Pontificio Consiglio della Cultura. E’ quanto ha deciso il Papa con
il Motu Proprio “Pulchritudinis fidei” del 30 luglio 2012, il cui testo è pubblicato
nel fascicolo di agosto degli Acta Apostolicae Sedis. Una nota storica del Dicastero
vaticano per la cultura spiega il contesto e gli obiettivi di questa unificazione.
Giovanni
Paolo II aveva creato due Organismi, la cui finalità specifica consisteva nel dialogo
con le culture e con le arti, e la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale
generato dalla fede cristiana. Il Pontificio Consiglio della Cultura venne creato
il 20 maggio del 1982; poi, nel 1993, si giunse alla fusione con il Pontificio Consiglio
per il Dialogo con i Non Credenti, così che il Dicastero della Cultura assumeva anche
la finalità del dialogo con il mondo della non credenza.
La Pontificia Commissione
per i Beni Culturali della Chiesa è stata creata da Giovanni Paolo II nel 1993. In
essa confluivano le esperienze maturate precedentemente. Infatti Pio XII aveva istituito,
nel 1952, la Commissione Centrale per l’Arte Sacra. Giovanni Paolo II, da parte sua,
con la Costituzione Apostolica Pastor Bonus (28 giugno 1988), l’aveva poi trasformata
nella Pontificia Commissione per la Conservazione del Patrimonio Artistico e Storico
della Chiesa, collegandola alla Congregazione per il Clero. Infine, con il Motu proprio
Inde a Pontificatus (25 marzo 1993), lo stesso Giovanni Paolo II, sottolineando l’esigenza
di “uno stretto rapporto tra il lavoro di codesto Pontificio Consiglio della Cultura
e l’attività a cui è chiamata la Pontificia Commissione per la Conservazione del Patrimonio
Artistico e Storico della Chiesa”, ne cambiava la denominazione in Pontificia Commissione
per i Beni Culturali della Chiesa, collegandola non più alla Congregazione del Clero
ma, appunto, al Pontificio Consiglio della Cultura.
L’unificazione dei due
Organismi – spiega la nota - suggella, così un percorso di convergenza, attuato anche
negli ordinamenti di molte Nazioni, verso una visione culturale ampia e articolata
nella sua organicità e unitarietà, in cui anche lo straordinario patrimonio storico-artistico
della Chiesa, prodotto lungo i secoli, con le sue più specifiche esigenze di tutela,
conservazione e valorizzazione, riceve una sua più degna collocazione nell’ambito
della attività culturali promosse dalla Santa Sede.