Sinodo. Don Perini: le parrocchie hanno una forza incredibile, ma devono svegliarsi
Uno dei temi ricorrenti in questi giorni di dibattito al Sinodo dedicato alla Nuova
Evangelizzazione è quello della riscoperta della parrocchia come luogo privilegiato
per un nuovo annuncio del Vangelo. Porta in assemblea la sua esperienza in proposito
don Piergiorgio Perini, presidente dell'Organismo Internazionale di Servizio
per le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione. Fabio Colagrande lo ha intervistato:
R. - Abbiamo
avuto tante testimonianze di difficoltà, di tristezza, di fallimenti. Io posso portare
una parola di speranza, anche quando la situazione degenera, fino al punto della sconfitta
totale. Anche allora, se si dà spazio allo Spirito Santo, le cose non solo si aggiustano,
ma si mettono effettivamente al positivo. L’elemento più significativo nella Nuova
Evangelizzazione, è lo Spirito Santo - come dice anche Papa Giovanni Paolo II e Paolo
VI - è l’elemento più importante per la Nuova Evangelizzazione. Senza Spirito Santo
si batte l’aria, non si costruisce niente; per poter sperimentare la gioia di una
costruzione nuova, dobbiamo dare spazio allo Spirito Santo.
D. - In aula,
in questi giorni, si è parlato della necessità di far tornare le parrocchie luoghi
privilegiati, per la Nuova Evangelizzazione. Per la sua esperienza, quanto è importante
questo aspetto?
R. - Si è parlato di tantissimi argomenti, tutti interessanti,
ma per me il cuore della situazione negativa, sta nel fatto che la parrocchia non
si sveglia. È una forza incredibile quella che abbiamo attraverso le parrocchie, una
forza che può risolvere infinite situazioni di difficoltà. Ma, se non ci si decide
a dare spazio alla parrocchia, perché si svegli, perché esca dalla sua tranquilla,
pacifica vita ordinaria e non bruci dell’azione e dell’impegno per la Nuova Evangelizzazione,
si fa un lavoro inutile.
D. - Si è detto anche che le parrocchie non possono
essere semplici luoghi di servizio. Cosa significa questo?
R. - Questo significa
che la parrocchia ha in sé una vitalità, una capacità di orientare il cristiano e
la comunità intera che non sempre viene sfruttata. Io, nella mia esperienza, posso
dire che molte parrocchie che hanno seguito il metodo di evangelizzazione, attraverso
le cellule parrocchiali, hanno cambiato faccia, una novità totale. Perché, cambia
il pastore, è il cuore del pastore che finalmente mette a fuoco che il suo compito
primario, fondamentale, è quello di essere annunciatore del Vangelo e di creare altri
annunciatori, attraverso l’opera che lui compie sui laici.
D. - Le parrocchie
devono fare rete: questo è un altro elemento che è emerso dal Sinodo, è importante?
R.
- Anche questo è molto importante, il collegamento tra le parrocchie, in modo che
ci siano momenti anche d’incoraggiamento reciproco, di verifica e costruzione. Questo
è importantissimo, perché nessuno deve sentirsi isolato o solo, a lottare contro il
male e a perseguire il bene.