Presentata la Giornata mondiale sull’osteoporosi, sullo slogan "Cattura la frattura"
“Cattura la frattura”: è il nome dello slogan promosso dall’International Osteoporosis
Foundation e da "Firmo", fondazione Raffaella Becagli, in vista della Giornata mondiale
dell’osteoporosi, che ricorre il 20 ottobre. Si calcola che nel mondo ogni 3 secondi
avvenga una frattura per un totale di 9 milioni all’anno. Ma fare prevenzione si può,
come ricordato oggi nella conferenza stampa di presentazione della Giornata, alla
quale ha preso parte anche l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio
Consiglio per gli Operatori Sanitari. L’ha seguita per noi Debora Donnini:
A volte una
semplice frattura al polso può essere un campanello d’allarme per fare prevenzione
e, così, evitare altre fratture: in una parola bisogna trattare la fragilità. E’ questo
l’obiettivo dell’International Osteoporosis Foundation e della fondazione "Firmo"
per la Giornata mondiale dell’osteoporosi, una malattia caratterizzata da una riduzione
della massa ossea edal deterioramento della microarchitettura del tessuto
osseo con conseguente aumento del rischio di frattura. Una malattia che solo in Italia
colpisce circa 4 milioni e mezzo di persone. Sentiamo l’arcivescovo Zygmunt Zimowski,
presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari:
“Vorrei
essere vicino non soltanto a questo tema, ma a tutte queste persone che, in tutto
il mondo, sono colpite da questa malattia. Adesso è in corso il Sinodo sulla Nuova
Evangelizzazione e penso che anche qui ci sia un’occasione per evangelizzare queste
persone: le loro sofferenze devono offrirle per gli altri e, come ha scritto Giovanni
Paolo II nella Lettera Apostolica 'Salvifici Doloris', far bene a chi soffre è far
bene alla propria sofferenza”.
Sono in aumento le fratture di femore degli
anziani in Italia, ma c’è una notizia positiva: sono in costante diminuzione le fratture
di femore nelle donne tra 65 e 74 anni di età. Bisogna dunque puntare sulla prevenzione.
Sentiamo la prof.ssa Maria Luisa Brandi, ordinario di endocrinologia all’Università
di Firenze e presidente della fondazione "Firmo" per la ricerca sulle malattie ossee:
R. – Parliamo un po’ di numeri italiani: una donna su cinque, entro i 60 anni,
ha già l’osteoporosi; abbiamo circa 100 mila fratture di femore nei pazienti sopra
i 65 anni e un totale di tutte le fratture negli ultrasessantacinquenni - quindi fratture
in persone più fragili - di circa 500 mila. Se l’osteoporosi è già una condizione
che è spia di fragilità ossea, la frattura è già una fragilità dichiarata. Quindi,
quando c’è una frattura, il paziente deve avere una diagnosi e deve avere un percorso
terapeutico e di prevenzione. Se questo non lo facciamo nei fratturati - come sta
avvenendo oggi perché noi trattiamo 2 donne fratturate su 10 - il 50 per cento dei
pazienti fratturati di femore, quando noi li ricoveriamo, hanno già avuto un’altra
frattura, la fragilità, ma non lo sapevano.
D. – L’osteoporosi colpisce per
lo più le donne?
R. – In Italia l'osteoporosi riguarda circa 3 milioni di donne
e un milione e mezzo di uomini, per un totale di circa 4 milioni e mezzo di persone.
Anche gli uomini sono colpiti, lo sanno di meno ma naturalmente sono colpiti in numero
inferiore.
D. – Come si può fare prevenzione e qual è il ruolo della vitamina
D, di cui si parla molto in questo periodo?
R. – La prevenzione è anzitutto
nello stile di vita perché quando noi preveniamo, facciamo una prevenzione che chiamiamo
primaria, in cui l’introito di calcio deve essere quello raccomandato per l’età, il
movimento deve essere raccomandato e deve essere fatto tutti i giorni e naturalmente
la vitamina D deve essere in quantità adeguate. E questo perché la vitamina D è l’ormone
che ci fa assorbire calcio a livello intestinale. Allora sapere se si hanno livelli
adeguati di vitamina D è complicato, per esempio per le persone giovani, perché non
vengono sottoposte a test. Le persone giovani sono quelle che noi oggi consideriamo
perfette, perché sono giovani, si espongono alla luce, ma fra le persone giovani ci
potrebbero essere anche persone che non hanno una quantità sufficiente di vitamina
D.
D. – Quindi la vitamina D è molto legata all’osteoporosi?
R. – Sì,
perché è l’ormone che ci fa assorbire calcio a livello intestinale, che è il minerale
fondamentale per la mineralizzazione dello scheletro.
D. – Come si forma la
vitamina D?
R. – La vitamina D si forma sotto la pelle e sotto l’influenza
dei raggi del sole ed è per questo che si dice per 10 minuti al giorno di esporre
il collo, il volto e possibilmente gambe e braccia - cosa che nel periodo invernale
diventa più difficile - senza protettori solari. Non è che dobbiamo stare tanto all’aria
aperta, ma un po’ tutti i giorni: altrimenti di inverno rischiamo di avere un po’
di insufficienza e allora dovremmo dare della vitamina D. Questo oggi è raccomandato
per le donne dopo la menopausa, ma non è certo raccomandato per i giovani.
D.
– Però somministrare la vitamina D comporta dei rischi e va fatto quindi con molta
cautela? Può essere tossica?
R. – Può essere tossica a dosaggi molto alti.
E’ molto difficile avere una tossicità con i dosaggi oggi a disposizione e quelli
raccomandati nella popolazione di età avanzata. Quindi la tossicità la escluderei,
però non vanno prese comunque integrazioni senza sapere di averne bisogno. Questo
mai!